A- A+
Politica
Referendum e autonomie glocal
Referendum Lombardia

Gli anni che abbiamo vissuto, caratterizzati da una crisi formidabile, di paradigma, hanno prodotto cambiamenti molto forti nelle strutture occidentali, nella società, anche nelle città italiane.
Ovunque in Europa la politica è chiamata a re-interpretare il bisogno di cambiamento che tumultuosamente continua a manifestarsi dappertutto e i fatti recenti spagnoli, per quanto frutto di specifiche condizioni storiche e del mancato accordo sulle linee di Pasqual Maragall un Sindaco di buon senso, sono l'ennesima manifestazione di una fase che certo non si può dire conclusa.
Anche in Italia continuiamo a vivere il riflesso di contraddizioni economiche pesantemente avvertite dalla classe media che a partire dal 2013 hanno investito in misura più evidente pure il nostro sistema politico.
Con un fatto di cui prendere atto: piaccia o no lungo tutti questi anni recenti il Partito Democratico è stato un punto di equilibrio, un argine alla tenuta del patto di garanzia tra istituzioni e cittadini, con tutte le responsabilità che questo comporta.
Come il sentimento dei catalani, cosi il voto dei veneti e di una parte di società lombarda non è una novità, referendum si o no.

A fronte della riforma delle leggi di bilancio, avvenuta negli anni passati, le linee di sviluppo di ciascun Paese e delle macro regioni che fisiologicamente in Europa si formano, sono già inevitabilmente collegate: il ruolo delle autonomie dunque o viene speso sul piano politico e delle riforme in campo europeo, altrimenti rischia di non trovare assetti credibili nel tempo.
In Spagna l'iniziativa dei socialisti e democratici europei prova a farsi sentire e forse cinverrebbe anche al Presidente della Regione Veneto porre il tema al Comitato delle Regioni in Europa.
Il rapporto Stato Regioni resta una questione centrale nel dibattito del Parlamento europeo in sinergia con le assemblee legislative nazionali e regionali, e in Italia la proposta di istutuire il Senato Federale nei fatti, prima che di nome, è un'ipotesi fattibile anche alla luce della legge elettorale in discussione.

Se è vero che per ogni cittadino che nelle società occidentali ha peggiorato la sua condizione, ve ne sono due o tre che "sulle vie della seta"  hanno visto migliorare il proprio tenore di vita, ricercare la giustizia nel Paese rispetto alla giustizia nel mondo diventa un terreno di impegno irrinunciabile. Porre dunque a tutti i noi il tema delle relazioni tra istituzioni internazionali e locali prima di qualsiasi dibattito diffuso sull'efficacia e sulla democrazia delle stesse, a me pare prioritario.
Dentro qualsiasi modello istituzionale è la direzione verso cui si imprime un'iniziativa politica a pesare sulla vita delle persone, l'architettura degli spazi certamente contribuisce a farci stare meglio, ma quando abitiamo una casa è la qualità delle relazioni che rinvigorisce i nostri animi.
Relazioni vere, feconde e responsabilizzanti nelle quali nessuno si senta bypassato e in cui non sia vantaggioso chiamarsi fuori.
Questa è la strada che ci indicano tutti i sindaci delle città europee alle prese con il governo quotidiano di grandi questioni.

Di "corresponsabilita" nelle scelte ha parlato Carlo Sangalli settimana scorsa in un'interessante iniziativa con l'intero gruppo consolare milanese. Sempre sullo stesso concetto si articola il Decreto Minniti, testo base per una politica di sicurezza, sviluppo e coesione sociale.
Naturalmente un tema centrale è quello dell'immigrazione, sia sotto il profilo della gestione dell' emergenza che dal punto di vista del governo più complessivo del fenomeno: oltre ad uno sguardo alto, che abbracci una riflessione sull'efficacia delle istituzioni europee e internazionali, è necessaria la concretezza della sperimentazione senza la quale qualsiasi ragionamento rimane astratto prima ancora che ideologico o velleitario. Declinare il concetto di quoziente familiare e di che cosa significhi quotidianamente la tutela del risparmio dentro un patto sociale equilibrato e di programmazione di risorse, consente di dare sostanza a qualsiasi ragionamento sulla cittadinanza.

Gli amministratori locali sono i soggetti primari chiamati a stringere il legame tra il pensiero globale e l'azione locale: a loro spetta governare una comunità, tenerla insieme e cercare di frenare gli istinti che in essa sono presenti. Avere la responsabilità di immaginare diversamente lo spazio, travalicando gli angusti confini che delimitano la popolazione residente in chiave di programmazione dello sviluppo territoriale.
Un salto di qualità lungimirante capace di ridefinire il rapporto tra consenso e futuro, con al centro la valorizzazione delle risorse territoriali a partire dal patrimonio immobiliare, l'insieme delle opportunità di entrate economiche nonché una diversa programmazione temporale delle uscite: ripensare la struttura stessa dei bilanci comunali perché possa essere chiaro a ciascuno che vi abita, il rapporto tra le entrate e le reali possibilità di spesa in termini di servizi.

Sostenendo il lavoro verso questa direzione siamo in grado di fare passi avanti, e non in dietro. Di strutturare le aree vaste come dimensione di gestione della pubblica amministrazione complementare al processo di organizzazione delle città metropolitane.
Ed è proprio in questa direzione che è andato il mio lavoro in questi mesi per definire protocolli tra i livelli locali e internazionali, nel rispetto delle prerogative di tutti ministeri, ambasciate e comunità locali nelle quali agisconi i Consolati; un lavoro innanzitutto culturale che spero conduca a rafforzare il ruolo dei comuni dentro la direzione territorio e autonomie del Ministero Affari Esteri  e nelle articolazioni dell' Istituto per la promozione estera e l'internazionalizzazione.

Tags:
referendumpdautonomiacatalogna





in evidenza
Al via le riprese del primo docufilm sulla vita privata di Alberto Sordi

Guarda le immagini

Al via le riprese del primo docufilm sulla vita privata di Alberto Sordi


in vetrina
Milano/ Nuovo flagship store per Swarovski: oltre 500 metri quadri in Duomo

Milano/ Nuovo flagship store per Swarovski: oltre 500 metri quadri in Duomo


motori
Citroën inaugura a Parigi “Le Chëvron” per presentate la nuova e-C3

Citroën inaugura a Parigi “Le Chëvron” per presentate la nuova e-C3

Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Angelo Maria Perrino - Reg. Trib. di Milano n° 210 dell'11 aprile 1996 - P.I. 11321290154

© 1996 - 2021 Uomini & Affari S.r.l. Tutti i diritti sono riservati

Per la tua pubblicità sul sito: Clicca qui

Contatti

Cookie Policy Privacy Policy

Cambia il consenso

Affaritaliani, prima di pubblicare foto, video o testi da internet, compie tutte le opportune verifiche al fine di accertarne il libero regime di circolazione e non violare i diritti di autore o altri diritti esclusivi di terzi. Per segnalare alla redazione eventuali errori nell'uso del materiale riservato, scriveteci a segnalafoto@affaritaliani.it: provvederemo prontamente alla rimozione del materiale lesivo di diritti di terzi.