Referendum, i trabocchetti per Renzi della lunga campagna elettorale
Il premier deve volare molto più alto rispetto agli odi personali e alle divisioni sull'identità futura del PD che non appassionano la casalinga di Voghera...
di Petro Mancini
Quella di Renzi-che ha vinto, su Rai3, nettamente, "il duello", martedì, con la marchesa Bianca Berlinguer- mi è parsa una delle più incisive esternazioni in TV del premier toscano da quando ha, serenamente, sfrattato Enrico Letta da Palazzo Chigi. È stato, soprattutto, abile a parlare al Paese, sottolineando questo punto rilevante: i miei tanti avversari intendono costringermi ad accettare il terreno di confronto, spesso rissoso, imposto dalla minoranza del PD.
Ma io sono un "uomo del fare" e preferisco elencare le risposte, che intendo dare ai problemi del Paese. Senza giurare sui miei figli, come faceva Silvio Berlusconi, ma assumendo impegni seri e concreti. E la messa in sicurezza delle scuole è prioritaria rispetto al Ponte sullo Stretto di Messina.
È questa, a mio avviso, la linea, da seguire, nella campagna, in vista del voto del 4 dicembre, volando molto più alto rispetto agli odi personali e alle divisioni sull'identità futura del PD, che non appassionano la pensionata di Voghera e neppure il giovane disoccupato di Crotone. Quel "groviglio inestricabile"- come lo ha definito il direttore Fontana, nel suo editoriale, sul "Corriere della Sera " di ieri, bocciando "i toni sbagliati" della campagna - in cui Renzi non deve infilarsi, convincendo pure gli amici a lui più vicini, in primis donna Maria Elena Boschi e Luca Lotti, a non farlo.