Referendum: le ipotesi del dopo voto

Di Giuseppe Vatinno

Si avvicina il 4 dicembre e impazzano i sondaggi, come del resto sempre avviene in questi casi. 
La partita -come noto- non è o non è più sul referendum costituzionale ma bensì sul premier Renzi che quando le cose andavano bene dopo il 41% alle Europee del 2014 ebbe la pessima idea (per lui) di affermare che il referendum era sul sé stesso.
Spavalderia, hybris, ebrezza da alta quota?
Certamente sì.
Ora che invece le cose vanno male ha tentato una clamorosa inversione di marcia, da ritiro della patente politica, dicendo che si era sbagliato e il referendum non è su di lui mostrando i limiti dei cosiddetti consigliori che spesso è meglio non ascoltare ed affidarsi al buon senso.
In ogni caso la partita di domenica prossima è una partita che vale come il voto alle politiche e che ha avrà ripercussioni anche europee e mondiali data l'attuale fase di grande instabilità che attraversa tutte le nazioni, con il populismo che scuote e fa oscillare pericolosamente le istituzioni di grandi Paesi occidentali che comunque sono ancora la guida del mondo. La Cina, la Russia e gli Stati Uniti alla finestra stanno a guardare pronte ad approfittare di ogni debolezza.
Facciamo dunque qualche scenario.
Scenario 1 è che Renzi vinca con grande margine. Scenario improbabile ma possibile (teoricamente). In tal caso il premier si rafforzerà e tutto resterà più o meno come prima salvo qualche regolamento di conti.
Scenario 2: Renzi vince ma di poco ed è quindi indebolito sia sul versante interno (minoranza Pd) che esterno. A questo punto gli converrebbe rimettere l'incarico nelle mani del Presidente della Repubblica e poi avere il reincarico approfittando dell'occasione per ampliare la maggioranza con l'ingresso ufficiale nella compagine governativa di Verdini ed un rimpasto ministeriale.
Terzo scenario: Renzi perde, a quel punto rimette il mandato e se ne va, restando però segretario del Pd.
Inizia un governo tecnico probabilmente con Grasso, Presidente del Senato, per traghettare il Paese alle elezioni dopo aver cambiato la legge elettorale.
In questo caso il centro - destra e Grillo si giocherebbero la partita con un centro - sinistra allo sbando e senza leader.