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Politica
Riforme, referendum: sondaggio choc scuote il Pd


Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)


A lanciare l'accusa qualche giorno fa è stato il senatore di Forza Italia Augusto Minzolini, attaccando le televisioni - Rai in testa - che avrebbero oscurato un sondaggio che dà i no in vantaggio sui sì in vista del referendum confermativo delle riforme costituzionali. Il è delicatissimo, va detto subito e con estrema precisione. Se infatti Matteo Renzi ha già messo in conto di perdere o quantomeno di non vincere le Amministrative di maggio-giugno, sulla consultazione popolare sul ddl Boschi, invece, il premier ha scommesso tutto. Per il leader dem è la battaglia delle battaglie e una sconfitta - lo ha detto lui - comporterebbe la fine dell'esecutivo e, probabilmente, della sua carriera politica.

Molti italiani ancora non sanno del referendum del prossimo autunno e la percentuale di chi è consapevole che saremo chiamati alle urne si attesta poco sotto il 50 per cento. E' ovvio quindi che molte cose possono ancora cambiare. Ma fonti del Pd, dietro il più stretto riserbo, confermate anche dalla sponda Forza Italia, mostrano una certa preoccupazione. Effettivamente girerebbe da qualche giorno un sondaggio-analisi di un primario istituto demoscopico italiano che vede i no in vantaggio di una decina di punti sui sì, esattamente 30 a 19%, con il 51% però che ancora non si esprime o che, come detto, non è a conoscenza del referendum.

Al Nazareno e a Palazzo Chigi è suonato il campanello d'allarme. Quella che Renzi pensava fosse una passeggiata si potrebbe rivelare come un pericoloso boomerang. Nel merito gli italiani potrebbero anche approvare la fine del bicameralismo perfetto e la riduzione del numero dei parlamentari, ma la politicizzazione della consultazione fatta dallo stesso premier - stando al sondaggio-analisi - metterebbe in serio pericolo la strategia del segretario del Pd. Quasi il 30% secco di elettori 5 Stelle, più il 20% di Lega e Fratelli d'Italia e un 5% della sinistra radicale, pur considerando e ammettendo che tutti gli elettori di Forza Italia votino con il premier (assai improbabile) sarebbe già sufficiente per affossare il ddl Boschi con le immediate dimissioni del presidente del Consiglio e dell'interno governo. La strada è lungo prima delle urne, ma se le Comunali non andassero bene per il Pd la situazione diventerebbe ancora più complessa. E' ufficiale, nel Pd è allarme referendum.

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