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Politica
Referendum, trionfo del No al 59,63%. Affluenza boom, quasi il 69%


Al termine dello scrutinio il Bo al referendum costituzionale si attesta sul 59,63%, il Sì al 40,37% (compreso il dato estero). Le uniche regioni in cui il parere positivo ha prevalso sui contrari alle riforme sono state Toscana, Trentino Alto Adige ed Emilia Romagna. Pesantissima vittoria del No soprattutto al Sud. Palermo è stata tra le grandi città quella dove i contrari alla riforma della Carta hanno vinto con il margine principale: No 72,31% e Sì solo 27,69%.

Una valanga di NO al sud Italia e nelle isole, con la Sardegna davanti a tutte le regioni nel rifiuto della riforma costituzionale proposta. I NO sono stati 19 milioni 25mila 254, pari al 59,95%; i Si' 12 milioni 709mila 536, pari al 40,05% (escluso il dato estero). Su 46.720.943 elettori hanno votato in 31 milioni 997mila 916, affluenza quindi del 68,48%. La vittoria del SI' c'e' stata in tre sole regioni, tra cui l'Emilia Romagna considerata 'rossa' e dove il margine a favore della riforma costituzionale proposta agli italiani e' stato di appena lo 0,39%, equivalente a 19.492 voti. E' questa la fotografia - per numeri - del voto referendario, al termine dello scrutinio di tutte le schede votate in Italia, scrutinio ultimato poco dopo le 4 del mattino con la Sicilia l'ultima regione in ordine di tempo ad aver conclusa la conta. Il SI' ha prevalso in Toscana, con il 52,51% e con un margine del 5,02% sul NO; in Trentino Alto Adige, dove ha ottenuto il 53,87% con un vantaggio del 7,74% sul NO, e - come detto - in Emilia Romagna, con il 50,39%. Invece il NO ha vinto in Umbria, che e' un'altra regione considerata 'rossa': ha ottenuto il 51,17% contro il 48,83% del SI'. La Sardegna e la Sicilia le regioni dove la vittoria del NO e' stata piu' che netta: nella prima si e' registrato un distacco del 44,44%, nella seconda del 43,16. Anche in Campania grande distacco a favore del NO: il 37,04%, e in Calabria e' del 34,04%. In Puglia il NO ha ottenuto il 67,16% contro il 32,84%, con un vantaggio quindi del 34,32; in Basilicata il NO ha avuto il 65,89% contro il 34,11% per il SI', distacco del 31,78%. Anche in Abruzzo netto successo del No: 64,39% contro il 35,61, quasi ventinove punti; nel Lazio il NO ha prevalso con un vantaggio del 26,64%, mentre in Molise il vantaggio e' stato del 21,56%. Piu' contenuto il successo del NO nelle Marche, appena sotto il 10%. Al nord Italia, in Piemonte successo del NO con quasi 13 punti di distacco; in Lombardia con quasi undici punti in piu' e in Liguria con quasi venti punti avanti. E ancora: in Friuli Venezia Giulia quasi 22 punti il vantaggio del NO; in Veneto poco meno del 24% a favore del NO, e in Valle d'Aosta 13 punti e mezzo.

AFFLUENZA ALLE URNE RECORD - Un'affluenza record ha caratterizzato la tornata referendaria. Gli italiani, probabilmente spinti da una campagna elettorale serratissima, tanto sul fronte del "no" quanto su quello del "si'", sono andati in massa a votare se e' vero che ha votato quasi il 69% degli elettori (il dato non e' definitivo) con percentuali bulgare al nord. I dati sono ancora piu' impressionanti se confrontati con i due precedenti referendum costituzionali. A quello del 2001 sulla modifica del Titolo V ando' a votare il 34,1% degli elettori, a quello del 2006 sulla devolution il 53,6% (si votava in due giorni). All'ultimo referendum, quello delle trivelle, che si e' svolto quest'anno, ha votato il 32,1%. Il Veneto (quando mancano non si conoscono ancora i dati di pochi comuni) ha fatto registrare l'affluenza piu' alta, con il 76,65% degli elettori andati alle urne. La Lombardia segue a ruota con il 74,66% degli elettori andati a votare. Percentuali altissime di votanti anche in Emilia Romagna (75,99%), in Friuli (72,47%), in Trentino Alto Adige, in Piemonte, in Valle d'Aosta e in Toscana: superano tutte ampiamente il 70% degli elettori. Anche Marche e Umbria hanno percentuali superiori al 70%; i numeri scendono dal Lazio, dove si registra un'affluenza del 68,88%, in Abruzzo (67,65%), Campania (59,02%) e in Puglia (61,65%). La Basilicata si ferma al 61,99%, la Sardegna al 61,42%. Il fanalino di coda, come e' avvenuto anche per i dati dell'affluenza delle ore 12 e delle 19, si conferma la Calabria, con il 53,54% degli elettori al voto. Analogamente sono altissimi i dati dell'affluenza nelle maggiori citta'. A Venezia ha votato il 72,15%, ad Aosta il 71,90, a Trieste il 67,80%, a Firenze addirittura il 77,13% (questi dati sono tutti definitivi). A Pontassieve, dove risiede il premier, cifra record di elettori alle urne: l'80,50% degli aventi diritto. Dei 4.052.341 italiani all'estero aventi diritto al voto, hanno partecipato alla consultazione referendaria 1.251.728 elettori. Il dato - comunicato dalla Farnesina - corrisponde a un'affluenza del 30,89%. In questo caso il confronto e' possibile solo per il referendum costituzionale del 2006 (allora voto' complessivamente il 27,87%) in quanto nel 2001 l'attuale modalita' di voto all'estero non era prevista. Per il referendum sulle trivelle voto' all'estero il 19,73% degli aventi diritto.

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