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Politica
Regionali Lazio, perché è importante il voto a Pirozzi?

Il voto al sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi, in corsa per le Regionali del Lazio, è molto utile, sotto tanti punti di vista e per alcune ragioni semplici e lapalissiane. Vi invito a riflettere.

Iniziamo col dire che è una lista “Civica”, e già questo è significato di non assoggettabilità ai diktat o alle pressioni dei partiti di ogni orientamento e/o tendenza ideologica. Un partito politico “tradizionale” ha una classe dirigente che domina e sovrasta, imperversa e comanda, “feudalizza” e troneggia. Esso ci ha abituati a delle faide interne che hanno spesso diviso, frammentato e poco ascoltato. Costoro, in campagna elettorale, promettono mari e monti e soprattutto “obbligano” (o quasi) a schierarsi senza remore. Dico letteralmente obbligano perché usano lo strumento dello scambio elettorale, consueta ed efficace arma per indurre con “la forza” e il “ricatto” a restituire quello che si è dato (poco ultimamente) al popolo che aveva elemosinato o implorato supinamente un favore per figlio, madre, sorella e cugino.

Questo chiedere pegno si tramuta in vero e proprio voto di scambio che, a tutti gli effetti, è una ritorsione bella e buona verso il “votante” inerme. Le Regioni d’Italia hanno un’ “egemonia” inimmaginabile, si occupano di edilizia, demanio, risorse, viabilità, turismo e appalti, e sono il fulcro del POTERE sul territorio. Esse posseggono una fortissima autorevolezza derivante da un “portafoglio” degli assessorati che e persino più ricco e succulento dei Dicasteri del Governo centrale. Voi capite bene che, quando un consigliere regionale, un intoccabile assessore o un portaborse (in questo caso della Pisana ma vale per tutti) si è un minimo prodigato per il suo “questuante”, poi, quando arriva il momento della resa dei conti, chiede e non perdona! E, in questo contesto, l’elettore si è automaticamente esposto e “auto-servito” in un piatto d’argento come una “trota” al cartoccio.

Il consenso alla lista civica capitanata dal buon sindaco Pirozzi spezza e frantuma – se vogliamo – questa “infernale” e corruttiva continuità di sudditanza scambio/favore/voto che da troppo tempo si è instaurata tra partito, simbolo, uomo di potere e cittadino perennemente riconoscente. Altra questione da non trascurare è l’aspetto “presa per il .....”. Ebbene, dopo 9 tentativi passati per Gasparri, Rampelli, Fazzone, Bertolaso e chi più ne ha più ne metta, si è arrivati, come per incanto, al nome dell’ “energetico” Stefano Parisi. Costui non ha nulla di sbagliato (sia come uomo sia come dirigente d’azienda) ma è frutto di una logica che non si è capita e continua a non capirsi. Era il “massiccio” e “cocciuto” primo cittadino il predestinato sin dall’inizio, ma qualcosa o qualcuno non ha ammesso o, peggio ancora, concesso il “bene stare” definitivo per la sua candidatura che oggi, senza ombra di dubbio, sarebbe stata ultravincente contro il Presidente in “fuori uscita” in quota PD – LEU.

La domanda allora sorge spontanea. Perché, e quali sono stati i motivi per i quali la tanto scontata convergenza non è mai giunta? Perché e chi ha voluto questo “sterminio” del centro destra (stile Roma Capitale) con tanto di vittoria già in tasca? Perché e chi ha deciso di non indire almeno le primarie? Unica fonte democratica di scelta popolare! C’è da dubitare della buona fede di molti leader e condottieri di partito. “Sto Sergio de Amatrice sta a vede che non è vendita?” Avranno forse detto i capi. Non è per caso che sia poco avvezzo ai compromessi? E’ lecito e plausibile pensarlo. Non biasimate poi (voi “geniacci”) coloro che, “incaz….i” come bestie, entreranno nelle urne e decideranno di non cedere a questi miserevoli “giochetti” di palazzaccio….

Anche se Pirozzi non dovesse vincere, è sicuro che, nel caso in cui entrasse in consiglio regionale (realtà più che concreta e dolorosa per molti!!!), non esiterebbe a portare al cospetto di qualsivoglia “gruppo” di potere i problemi della gente, poiché è un uomo che ha visto con i suoi occhi la tragedia, la distruzione, il profondo dolore della morte e l’atrocità di un sistema che si è impantanato nella solita vergognosa ragnatela della burocrazia. Questo signore, con ogni probabilità, saprebbe battersi per gli “ultimi” in maniera talmente vigorosa e pressante che darebbe filo da torcere a qualsiasi governante, senza chiedere nulla in cambio.

Robin Hood? Non lo sappiamo. Ma forse vale la pena crederci, vale la pena sognare, perché a livello umano e personale anche se dimostra di essere, a primo impatto, un genuino “montanaro”, è in realtà amministratore onesto e capace da oltre vent’anni e - chissà come mai – ultimamente, attaccato da più fronti e talvolta “macchiato” anche in maniera subdola. Tuttavia, nonostante le molteplici e infamanti accuse, questo “solista” della politica ha già dimostrato non solo di quale pasta sia fatto ma anche di non essere a libro paga di nessuno, né tantomeno facilmente manovrabile dai “soliti noti”!

Tags:
regionali laziosergio pirozzi





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