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Politica
Regionali Lazio, Pirozzi ad Affari: "Pronto a dare battaglia"

“Sono abituato ad ascoltare la gente, faccio l’amministratore pubblico da oltre vent’anni e so come affrontare le problematiche quotidiane. Se necessario batterò i pugni alla Pisana per difendere i cittadini del mio territorio”. Così esordisce ai microfoni di Affari Italiani il Sindaco di Amatrice in corsa verso la Pisana. Ma il suo discorso va oltre, parte da un ragionamento storico lapalissiano fino a concludersi con una novità degna di nota.

“Il giorno 5 marzo farò le mie dovute considerazioni in merito al voto per poi lanciare immediatamente i “Punti di ascolto” su tutto il territorio che in questi ultimi mesi ho ripetutamente visitato. Ebbene ricordare che mai come ora la politica è stata così distante dalle esigenze dei cittadini. Un tempo vi erano in ogni paese, piccolo o grosso che sia, sedi di partito che fungevano da filtro tra i centri periferici e Roma. Luoghi che accoglievano malumori e proposte, “orecchie” che ascoltavano “sentori”, punti di riferimento che informavano e “sportelli” distaccati che servivano da anello di congiunzione con le sedi nazionali.

La Prima Repubblica ha innegabilmente commesso degli errori ma, per molti aspetti, ha fatto anche cose buone. Il passato non va rinnegato, ma da esso vanno prese le cose migliori. Le “bandierine” del PCI, della DC, del PSI e dell’MSI sventolavano in ogni paese, in ogni periferia, nei centri meno affollati così come nelle vie principali delle grandi città italiane. Ora tutto è sparito, e questo non è certo un bene. Era una politica d’ascolto, vincente e sicuramente molto più vissuta dai cittadini rispetto ad oggi. La tecnologia, gli smartphone, i mezzi d’informazione (TV, RADIO) hanno tagliato quel cordone ombelicale fatto di umanità e calore che sapeva legare l’elettore al candidato; l’ “ultimo” dei tesserati al suo partito di riferimento; il piccolo centro dimenticato da Dio con i quartier generali dei palazzi capitolini. Vi faccio un esempio. Prendiamo un piccolissimo paesino di provincia. Questi minuscoli uffici raccoglievano testimonianze, problematiche, consigli, riflessioni, lamentele, giudizi, per poi annotarle e portarle nella sede di partito del rispettivo capoluogo. Il capoluogo, dopo aver valutato più questioni e da altrettanti piccoli centri periferici, informava il partito centrale e si dirigeva a Roma per discutere e vagliare le decisioni da prendere e – se necessario - le soluzioni ai problemi sollevati da quel lontano elettorato.

Con i punti di ascolto (autofinanziati dai già presenti comitati elettorali) porterò all’attenzione dei cosiddetti “big” (regionali e/o governativi) le questioni della sanità, delle infrastrutture, della viabilità, del turismo e dei trasporti, sia del Lazio nord che del Lazio Sud. Mi impegnerò per la capitale sin da ora, poiché, mai quanto adesso, i romani hanno bisogno di essere ascoltati. Viterbo e provincia, Latina e provincia, Frosinone e provincia, Rieti e provincia, Città Metropolitana di Roma e provincia, nasceranno ovunque punti di ascolto (vere e proprie sedi) facenti capo alla mia lista e al mio nome, permettendo oltretutto a chi ha creduto in me di essere sostenuto (con la mia “civica”) anche per le imminenti comunali in ogni zona.

E che sia ben chiaro, lo dico con il cuore spezzato ai votanti dei soliti partiti, dopo il 4 marzo sarà la fine! Una volta chiuso il “circo” mediatico i vostri candidati abbandoneranno i territori per accomodarsi nelle calde poltrone della Pisana. Per me invece sarà soltanto un punto d’inizio!!! Quando gli altri chiuderanno baracca e burattini (comitati elettorali o gazebo provvisori) io aprirò una nuova era. Fuori dei nostri “punti” non vi saranno bandiere di questo e quello schieramento ma un Tricolore affiancato allo stemma della Regione Lazio, perché comunque andrà, io ed i miei collaboratori, saremo disposti ad ascoltare tutti, indistintamente!

Per ciò che concerne il sottoscritto non conta dove siederà. Maggioranza, minoranza, opposizione, gruppo consiliare. Forse continuerò addirittura a non stare seduto, anche se dovessi diventare governatore, ma a girare per capire come aiutare la mia umile gente del Lazio.

Zingaretti? Parisi? Lombardi? “Zinga-risi”?

Anche qui non importa, l’unica cosa certa è che se non faranno le cose a modo sono pronto a dare battaglia…e chi mi circonda lo sa benissimo! Sto lottando DA SOLO e con le mie uniche forze contro i miliardi della politica. Hanno cercato di “eliminarmi” ma sono ancora in piedi. Volevano che facessi un passo indietro ma non l’ho fatto per coerenza. Vi ascolto ogni giorni pur con mille difficoltà organizzative. Credetemi e non temete! Sono un “montanaro” che ha visto con i propri occhi l’orrore di una comunità e l’infamia delle lungaggini burocratico - istituzionali.

Sarò orecchie per chi non verrà ascoltato, occhi per chi non potrà vedere, voce INCAZZATA per chi è stanco di tutto questo. E fidatevi, chi mi conosce sa che sono un “testone”, non mi fermerò dinanzi a nessuno…Pisana, Montecitorio, Madama, Chigi o Bruxelles”.

Sergio Pirozzi

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