Fondatore e direttore
Angelo Maria Perrino

Renzi e l'honnête homme

Se Renzi avesse avuto la virtù della moderazione, data la sua gioventù avrebbe potuto sperare d’avere una lunga carriera di successi

matteo renzi

Di Gianni Pardo

Ammettiamo per un momento che Matteo Renzi sia un grande campione. Se così fosse, somiglierebbe ad Usain Bolt. Oppure, per andare al passato, a Cassius Clay. Cioè grandi vincitori, meritatamente titolari di record, ma persone con una caratteristica comune: quella d’avere spinto molti spettatori ad assistere alle loro performance sperando soltanto che perdessero. Che qualcuno li umiliasse. Semplicemente perché colpevoli di un imperdonabile errore di gusto: quello di vantarsi ad ogni piè sospinto.

Qui si impone tuttavia una precisazione: non c’è riconoscimento di merito che possiamo tributare agli altri, che gli altri non abbiano già tributato a sé stessi. Addirittura, una lode ci fa piacere anche quando sappiamo benissimo di non meritarla. Perché in quel momento almeno ci permette di sognare di meritarla. Dunque non si può rimproverare ad Usain Bolt di considerarsi un eccezionale velocista, o a Clay un eccezionale pugilatore, perché la cosa è vera. L’errore di questi campioni, come di Matteo Renzi, è quello di credere di potere ingrandire i propri meriti vantandoli. Non hanno capito che gli altri i meriti altrui preferiscono scoprirli da sé che vederseli imporre. E se poi su di essi si insiste al di là del buon gusto - o, come nel caso di Renzi, ben oltre la verità - si suscita un’acida, impaziente ostilità, che può arrivare all’inimicizia.

Un errore di gusto, si diceva. Perché non è la sostanza, che si rimprovera: è lo stile. L’insufficiente intelligenza che gli impedisce di capire che quel comportamento li danneggia. E l’insufficiente stima dell’intelligenza altrui, nel credere che il prossimo sia capace di ingerire qualunque dose di vanagloria.

Prendiamo il caso di Renzi e dell’economia italiana. L’evidenza è che il Paese è in una crisi profondissima, da cui non ha nemmeno cominciato ad uscire. Dunque fa malissimo Renzi a negare i dati o ad aggrapparsi ai decimali. La sua autostima gli fa credere di potere convincere gli italiani del contrario di ciò che gli mostra la realtà quotidiana, ma questo è impossibile. Può darsi che provi a far ciò perché ha una fede sconfinata nella stupidità degli italiani, ma c’è il rischio che gli italiani giudichino stupido lui.

Nello stesso modo, difficilmente funzionerà a suo vantaggio – finalmente se n’è accorto lui stesso – l’avere legato il “sì” al referendum alla sua permanenza a Palazzo Chigi, e addirittura nella vita politica. Un errore macroscopico chiaramente derivato dall’idea, vagamente delirante, che gli italiani potessero essere terrorizzati dalla prospettiva di essere abbandonati da lui. Il giovane sembra avere dimenticato che “i cimiteri sono pieni di persone indispensabili”.

Che peccato che Cassius Clay non avesse imparato a sorridere, piuttosto che a irridere. Che peccato che Usain Bolt non corra e stia zitto. Che peccato che Matteo Renzi non abbia ricevuto l’educazione di un vero gentiluomo. C’è una massima immortale di La Rochefoucauld di cui l’epoca contemporanea non tiene sufficiente conto: “le vrai honnête homme est celui qui ne se pique de rien”, il vero uomo di mondo è colui che non pretende di essere un gran competente in nulla.

Nel XVII secolo, l’honnête homme era l’uomo colto, elegante, pieno di savoir vivre e di buon gusto. Tanto da nascondere quasi una sua speciale competenza, perché semplicemente confessarla – non diciamo dichiararla – sarebbe corrisposto a far pesare sugli altri la propria superiorità in un campo. Fra l’altro nei salotti del tempo si sapeva benissimo che non si può nascondere nulla al prossimo, se lo si frequenta. Dunque era meglio che gli altri scoprissero da soli le qualità dell’honnête homme. Per altro verso il tacerle corrispondeva a mostrare di credere di potere essere apprezzati anche senza quella speciale qualità. Che non è dimostrazione d’orgoglio meno convinta, per quanto sottile, di quelle rozze e infantili di Renzi.

Sembra strano che, in un mondo in cui la mancanza di scrupoli non soltanto è di fatto la regola, ma addirittura un comportamento necessario, poi avvenga che il côté morale sconfigga il condottiero. Massima D’Alema è sempre stato considerato un fine politico, ed anche una persona di valore, e tuttavia ha finito col precludersi il successo nel partito e nel Paese per avere troppe volte preferito l’irrisione ad una critica magari mordace, ma sostanzialmente rispettosa dell’avversario. Può anche darsi che la storia giudichi Renzi meglio di come molti lo giudicano oggi, ma attualmente rischia di prepararsi un futuro deludente. E dire che, se avesse avuto la virtù della moderazione, data la sua gioventù avrebbe potuto sperare d’avere una lunga carriera di successi. Per esagerare, diciamo la metà di quella di Andreotti, uomo garbato fino ad apparire inoffensivo.
Forse è più facile lottare contro gli altri che contro il proprio stesso temperamento.

pardonuovo.myblog.it

Zurich Connect

Zurich Connect ti permette di risparmiare sull'assicurazione auto senza compromessi sulla qualità del servizio. Scopri la polizza auto e fai un preventivo

casa, immobiliare

Abiti sartoriali da Uomo, Canali

Dal 1934 Canali realizza raffinati abiti da uomo di alta moda sartoriale. Scopri la nuova collezione Canali.


RICHIEDI ONLINE IL TUO MUTUO
Finalità del mutuo
Importo del mutuo
Euro
Durata del mutuo
anni
in collaborazione con
logo MutuiOnline.it