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Politica
Renzi: "Mano tesa a Meloni? Politica, non inciucio. Sì al premierato"
Matteo Renzi, conferenza stampa alla Camera

Riforme, Renzi: "Mano tesa a Meloni? E' politica non inciucio"

“Il cittadino elegge il capo del governo come elegge il sindaco. Non è solo una mia proposta: è l’impegno che il Terzo polo, tutto unito, ha messo nel programma. Si tratta di restituire il potere al ‘cittadino arbitro’ come lo chiamava Ruffilli. Inutile lamentarsi dell’astensionismo se poi uno va a votare e il suo voto non conta. Pensi alla ultime elezioni spagnole, ad esempio. Eleggere direttamente il premier significa difendere le istituzioni in un momento di crisi della democrazia nel mondo”. Matteo Renzi, in una intervista al Corriere della Sera, torna sulla sua proposta di elezione diretta del premier.    

È una mano tesa a Meloni? “Sulle riforme  - risponde il leader di Italia viva  - si lavora insieme, maggioranza e opposizione. Quando ero premier hanno fatto fallire la riforma pur di attaccarmi: non farò come loro. Quando la Meloni era all’opposizione mi attaccava tutti i giorni sull’euro, sulla Nato, sulle trivelle, sull’immigrazione. Io sono e resto all’opposizione di questo governo, ma se su questi temi lei ha cambiato idea, sono felice. Non si chiama inciucio, si chiama politica”.

A chi gli fa notare il no di Calenda all’elezione diretta del premier, Renzi replica: “Il programma elettorale del Terzo polo lo ha firmato Calenda, non io. C’era l’elezione diretta del premier. A forza di cambiare idea Carlo smentisce anche se stesso”.    

Quanto alle critiche del leader di Azione perché Boschi, Bonifazi e Nobili sono andati a cena con Santanchè, “il mondo va a pezzi dal Niger all’Ucraina. L’aumento dei prezzi mette in ginocchio il ceto medio. L’Europa è a un bivio: o si rilancia o muore il sogno dei padri fondatori. Davanti a questi problemi, mi permetterà di non interessarmi alle cene di Bonifazi o di Richetti. Ognuno  - ribadisce Renzi - va a cena con chi vuole. Attaccare gli alleati per una cena non mi sembra lungimirante e nemmeno liberale. Io combatto contro sovranisti e populisti, Calenda attacca me. È un problema suo: io l’ho voluto ministro, ambasciatore, candidato del Terzo polo. Se dopo dieci anni di collaborazione  - conclude  - lui ritiene che il fatto politico su cui caratterizzarsi sia il derby Capalbio-Twiga è un problema suo”. 

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