Con il referendum addio al Pd. Pronto il Partito della Nazione
Napolitano padre nobile, c'è Verdini
Con la paginata sul Corriere della Sera Giorgio Napolitano è sceso in campo direttamente a favore del sì al referendum costituzionale di ottobre. Quella tra l'ex Capo dello Stato e Matteo Renzi è una sintonia a 360 gradi che va ben al di là del merito, seppur importante, del ddl Boschi. Il premier intende dare tutto se stesso nella campagna referendaria (alla quale ha legato il suo futuro politico) ma la sua strategia va ben oltre il voto del prossimo autunno. I comitati per il sì, inaugurati a Firenze e che nasceranno presto in tutto il Paese, saranno di fatto l'embrione del prossimo Partito della Nazione. La strategia del presidente del Consiglio è quella di trasformare la vittoria nel referendum (Renzi ne è certo nonostante i sondaggi negativi) nel trampolino di lancio del nuovo soggetto politico centrista - che potrebbe chiamarsi Partito della Nazione ma non è sicuro - che abbia proprio in Napolitano il "padre nobile". Una formazione centrista che (è la speranza di Renzi) si liberi della minoranza dem (Bersani, Cuperlo e Speranza potrebbero aderire a Sinistra Italiana) e inglobi i verdiniani. Non a caso Ala, attraverso il senatore Vincenzo D'Anna (leggi qui), difende il governo a spada tratta dopo l'arresto del sindaco di Lodi Simone Uggetti e sta stringendo accordi elettorali con il Pd da Nord a Sud in vista delle Amministrative del 5 giugno. Non solo. Della partita faranno sicuramente parte anche Angelino Alfano e quella parte di Ncd (non Maurizio Lupi) che non vuole avere nulla a che fare con la destra di Salvini e Meloni. Dentro anche gli ex montiani di Scelta Civica. Porta aperte, infine, a chi in Forza Italia ha sostenuto la scelta di Berlusconi di appoggiare Alfio Marchini a Roma e non vuole seguire il leader della Lega. Con lo stesso ex Cavaliere - spiegano fonti renziane - i contatti sono aperti, ovviamente attraverso Verdini, per ipotizzare una collaborazione nel nuovo soggetto politico, anche se la presenza di Napolitano spinge Berlusconi a non far parte almeno direttamente dell'avventura renziana.