Renzi nomina e Grillo rosica
Ma il leader M5S non guarda a ciò che accade a Roma ad esempio con Giovanna Tadonio
Grillo accusa Renzi di “non essere più nessuno” ma di avere fatto le nomine per le Aziende partecipate dallo Stato.
È vero che la traiettoria politica (ed umana) di Matteo Renzi è stata del tutto particolare, sorto dal nulla e poi (parzialmente) rientratovi ma nel vuoto istituzionale e politico (appunto) in cui si è cacciata l’Italia è l’unico che abbia in questo momento il potere di farle queste benedette nomine e certamente non ha posto ai vertici manager a lui ostili e comunque ha confermato, dove non li abbia cambiati, quelli che aveva già nominato in passato.
Prufumo a Leonardo, Del Fante a Poste e riconferma per i vertici di Eni ed Enel, così su può sintetizzare il delicato passaggio politico che da poco è avvenuto.
Delicato perché l’Italia è l’economia Ue che cresce di meno (circa l’1% di aumento del Pil) e poggia ormai quasi unicamente sulle ex aziende Iri che producono utili e denari.
Grillo ed anche la demagogicamente gli scissionisti del Pd che fino a poco tempo fa hanno partecipato alla “festa” contestano ma c’è da chiedersi per i Cinque Stelle se come al solito usino due pesi e due misure.
A Roma il “Movimento! ha piazzato, ad esempio familiari stretti come la compagna di Marcello De Vito (Presidente dell’Assemblea comunale), Giovanna Tadonio, nel III Municipio, che fa l’assessore.
A quanto pare la “casta” viene attaccata a parole ma il discorso cambia quando se ne fa parte.
È tipico infatti del populismo d’accatto lamentarsi di ciò che fanno gli altri per fare di peggio alla prima occasione possibile.