Renzi, Orlando, Emiliano: il gioco a tre
Dopo l'ultima Direzione si delineano le strategie nel Pd
La situazione nel Pd, come previsto, si complica dopo l’ultima Direzione senza streaming per evitare di lavare i panni sporchi in pubblico.
Dopo l’uscita dei dissidenti guidati da D’Alema il conflitto si ripresenta tra Renzi e i due ex sfidanti alla sua carica di segretario, Michele Emiliano e Andra Orlando.
Ma se Orlando sta seguendo tutto sommato una linea chiara e determinata di opposizione interna su valori di sinistra che sono poi quelli originari della compagine dei cosiddetti Giovani Turchi e che Orfini ha dimenticato dopo aver raggiunto il ruolo di Presidente del Pd, Michele Emiliano segue una strategia poco chiara e molto propensa al gioco di sponda che si risolve in periodiche offerte di aiuto a Renzi.
Ricordo che Emiliano è stato ondivago nell’ultima competizione per le primarie appoggiando prima gli scissionisti e poi all’ultimo momento restando nel Pd con una improvvisa giravolta che ha sorpreso tutti.
Sembra dunque che Emiliano stia cercando di seguire il percorso di Orfini verso un patto con il segretario che gli garantisca un peso politico nel partito soprattutto quando si dovranno fare le liste “bloccate” dei Deputati.
Il Guardasigilli, invece, prosegue su una linea di opposizione che egli permette comunque una visibilità politica e lo disegna chiaramente come antagonista di Renzi e rappresentate dei valori “veri” e di sinistra di un Pd che dopo il post sui migranti del segretario si sta spostando sempre più a destra, probabilmente in una ottica di alleanza con Forza Italia qualora si mantenga l’attuale struttura proporzionale del sistema elettorale uscito dai tagli della Consulta.
Orlando in questa tattica è incalzato naturalmente dai fuoriusciti che vorrebbero non tenesse il piede in due staffe (è stato al convegno romano di Pisapia) ma lui, finche può resiste bene ed in fondo serve al Pd a non perdere gli ultimi elettori ideologici che ancora ci sono.