Referendum istituzionale: Obama, Merkel e Hollande al fianco di Renzi
Patto tra i leader mondiali
Perché Matteo Renzi ha deciso di prendere letteralmente a schiaffi la minoranza dem chiudendo a ogni tipo di modifica alla legge elettorale? Il premier parlando dal Giappone, dove è impegnato per il G7, è riuscito a trovare il tempo per assestare un colpo durissimo a Bersani & Co: l'Italicum non si tocca. Ma come, non aveva promesso sei mesi di pace nel Partito Democratico?
Dopo gli attacchi dei verdiniani a Roberto Saviano, senza alcuna presa di posizione dei renziani, la tensione nel Pd è alle stelle. La sinistra interna è sull'orlo di votare no al referendum istituzionale. Ma il premier tira dritto. Anche e soprattutto perché nei consessi internazionali, non solo europei, ha ottenuto (ad esempio in questi giorni in Giappone) l'assicurazione che nei prossimi mesi i grandi leader mondiali si spenderanno a favore del sì alle riforme del governo in autunno. Angela Merkel, Francois Hollande, Barack Obama, Mario Draghi, Jean-Claude Juncker (e molti altri) faranno sentire la loro voce in estate e subito prima dell'apertura delle urne invitando i cittadini italiani a votare sì e a sostenere il premier e il governo anche per il bene dell'Europa e dell'euro.
Un endorsement molto importante per Renzi, certamente più di quello della minoranza Pd. In cambio il presidente del Consiglio non alzerà più di tanto la voce a Bruxelles né sui conti pubblici né sulla questione dei migranti. Con la chiusura della rotta balcanica è sotto gli occhi di tutti che gli sbarchi in Italia sono notevolmente aumentati (10.000 arrivi solo da lunedì scorso). Ma il premier non si lamenterà più di tanto in Europa e con gli alleati, nonostante il totale fallimento della ripartizione dei migranti, avendo in cambio l'appoggio incondizionato di Obama, Merkel Hollande etc... al referendum istituzionale di ottobre che segnerà il destino politico di Renzi, della Merkel e dell'intero esecutivo.