Riforma Italicum, Messina (Idv) sta con Napolitano
Di Giuseppe Vatinno
Nella politica nazionale il tema della riforma del sistema elettorale, l’Italicum (che aveva a sua volta da poco sostenuto il Porcellum), sta tenendo banco, soprattutto dopo che l’impianto costitutivo voluto da Renzi sull’onda della vittoria netta con oltre il 41 % del Pd alle Europee del 2014 ora rischia di far vincere il movimento Cinque Stelle, che a sua volta, da oppositore strenuo ne è divenuto magicamente grande sostenitore. In realtà, la questione del nuovo cambiamento, non riguarda solo il Pd ma anche i piccoli partiti che fanno parte della coalizione di centro – sinistra che sostiene il premier Renzi, tra cui Sel ed IdV che non ha più come guida Antonio Di Pietro, tra l’altro clamorosamente voluto da Maroni alla guida della Pedemontana ma Ignazio Messina.
Il Presidente di IdV ha in un comunicato stampa ha detto di voler aderire alla proposta di riforma di Napolitano con una precisazione aggiuntiva. Quindi è favorevole ad un premio di maggioranza alla coalizione e non alla lista/partito, alla eliminazione del ballottaggio (intanto le coalizioni ora sarebbero costrette a formarsi prima e non “dopo”) e, novità, rispetto alla proposta dell’ex Presidente della Repubblica Idv chiede a Renzi un “diritto di tribuna” per tutte le forze politiche che compongono la coalizione vincente.
Il meccanismo di questo “diritto di tribuna non è noto, ma mira a dare rappresentatività a tutti i partiti che compongono la coalizione, anche a quelli che non supererebbero la probabile soglia del 3%, cioè una sorta di accordo come quelli che fecero i radicali e la stessa IdV (che poi fece eprò un gruppo a parte alla Camera) alle elezioni del 2008 con il Pd. La questione delle piccole forze politiche che sorreggono Renzi non è infatti più marginale dopo la fuoriuscita di Schifani e di sei senatori; i numeri alla camera Alta cominciano a farsi preoccupanti per Renzi che deve attingere, se vuole sopravvivere, a maggioranze a geometria variabile, supportate da Verdini, da Ncd, Udc e IdV che ha tre senatori ed un deputato e vede quindi salire le sue quotazioni nel borsino parlamentare.