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Politica
Rimborsopoli M5S, le rivelazioni di Andraghetti Il grillino che sapeva tutto

“Gli editori italiani non capiscono niente. Ora si mangiano le mani. Ho spiegato l'ultimo scandalo dei 5 Stelle all'inizio del 2016 in un libro che nessuno ha voluto pubblicare. Secondo loro non vendeva, il mercato era saturo di ex grillini che raccontavano retroscena. Ma in libreria in quel momento non c'era nulla del genere”, dice amareggiato Lorenzo Andraghetti (nella foto a destra, ndr), pentastellato bolognese della prima ora, ex collaboratore dei deputati Giulia Sarti e Paolo Bernini che ha vissuto dall'interno l'esperienza parlamentare del M5S. Andraghetti è un fiume in piena nel racconto di retroscena inediti che danno uno spaccato diverso delle dinamiche che sovrastano il movimento. Per il licenziamento illegittimo che ha subito da Bernini deve ricevere dallo stesso, dopo una sentenza esecutiva, 70000 euro. Il deputato del M5S si è protetto rivendicando l’impignorabilità del conto corrente dei parlamentari.

 

 

Sono in Brasile. Parlo solo da Vespa (a Porta a porta da Bruno Vespa, ndr) se mi paga il viaggio di ritorno in prima classe (ride divertito).

 

 

Cosa sapeva dello scandalo sui bonifici nel fondo del microcredito?

Ne ho parlato in un video a settembre dell'anno scorso. Quando abbiamo provato a pignorare il conto di Bernini scopriamo che lui versava al microcredito da un secondo conto, ma mancava sia il nome di chi pagava sia quello della banca. Sul sito tirendiconto.it appariva la dicitura che validava il versamento con la scritta 'bonifico inserito'. Ma quella frase non è garanzia di pagamento. Sapendo come funzionano le cose in casa grillina ho posto il problema: 'Quei bonifici si possono anche annullare. Non è che qualcuno li annulla? Su questa storia delle donazioni al microcredito, guardate che c'è un sistema per fregare gli elettori, per annullare tutto ciò che qui viene indicato come versato...'.

 

 

Reazioni?

Nessuna. Si poteva facilmente capire dove fosse il problema. Anche oggi basta guardare come variano i versamenti da parlamentare a parlamentare. Anche tra chi si dice abbia donato correttamente c'è chi ha dato tanto e chi poco. Come mai?

 

 

Ce lo dica lei...

Per la Casaleggio ognuno è tenuto a donare al microcredito una percentuale del proprio stipendio. Ma lo stipendio varia molto a seconda dei rimborsi che ogni parlamentare chiede al parlamento, come le spese di taxi, telefoni, affitti, collaboratori. Spese presentate con autocertificazioni. Non c'è alcun controllo su nulla e puoi fare quel che ti pare.

 

 

Cioè ogni spesa è autocertificata dal parlamentare e senza pezze d'appoggio? E ognuno si ritrova alla fine lo stipendio che vuole?

Si, quasi sempre. Viene poi computata come diaria giornaliera e il parlamento paga.

 

 

Perché è rimasto dentro se le era chiaro che le cose andavano in questo modo?

Volevo vederli dall'interno e avere la certezza che tante persone fossero in mala fede.

Noi della prima ora volevamo studiare, ci sentivamo impreparati ad entrare in parlamento. Tutti, dagli eletti ai collaboratori. Avevamo buone intenzioni su come salvare il nostro Paese ma era evidente che qualcuno ci doveva preparare. Quando qualcuno propose una scuola di politica venne immediatamente espulso, eliminato. Grillo non voleva persone competenti che potessero interagire alla pari con lui. Voleva persone impreparate per non dover discutere e rispondere a nessuno.

 

 

Come è stato l'arrivo in Parlamento?

Chi non aveva esperienze di vita, formative o di lavoro importanti è andato subito in crisi. C'era gente che sveniva per lo stress, altri piangevano tutto il tempo. Alcuni non sapevano neanche cosa fosse la parola politica. Erano tutti impauriti. E li si è fatta avanti gente come Di Battista che voleva fare l'attore. Sapeva stare davanti ad una telecamera ed è 'nella parte' come nessuno. Si è candidato anche da Amici della De Filippi. Aizzava il tifo e i seguaci sui social lo seguivano in visibilio.

 

 

Non si è ricandidato però.

Si perché a lui frega della notorietà, dei follower, di essere famoso, non dei soldi in sé. Ma occorre guardare al sistema in cui è inserito. Le racconto un aneddoto. Si ricorda di quando venne beccato in aula, durante i lavori della Camera, a sbirciare la partita Roma-Napoli sul pc? Qualcuno lo riprese. Si scusò ammettendo l'errore, dicendo che erano le immagini dei gol dello storico Foggia di Zeman, di cui era fan. Con una risposta del genere Di Battista ti fa immediatamente simpatia. Stai dalla sua parte. Ma era un risposta studiata dalla Casaleggio Associati. Pochi giorni dopo Diego Bianchi zumma sui video guardati da Di Battista e mostra che ha detto una balla, stava proprio guardando Roma-Napoli. Ora, se per una stronzata del genere si deve costruire una scusa così architettata può capire quante cose vengano manipolate dal movimento solo per creare empatia col pubblico. E ti scappa da ridere a pensare allo scandalo donazioni. Di Maio e company potevano fare prima i controlli o no? (ride sonoramente)

 

 

Dilettanti allo sbaraglio?

Sono interessati a stare sui media, non a fare cose concrete. E' solo comunicazione.

 

 

Lei è stato uno stretto collaboratore di Giulia Sarti e la conosce da anni così come ha conosciuto il suo ex fidanzato, Bogdan, in arte Andrea Di Girolamo. Senza entrare nelle questioni tecniche, che idea si è fatto dei 23000 euro non donati. Chi ha ragione?

Guardi, ho molta solidarietà per il magistrato che dovrà ascoltarli. Bogdan è diventato suo collaboratore solo perché diceva di poter risolvere i problemi di hackeraggio che Giulia aveva avuto alla mail nel 2013. Non si è mai capito come. E questa era la competenza. Infatti le famose foto hard sono di nuovo tornate fuori. E poi faceva video improbabili. Lasciamo stare...

 

 

Nei sondaggi si sostiene che gli indecisi al voto per le prossime politiche o voteranno M5S o Pd. Cosa dice agli indecisi?

Venite da me in Brasile, si sta molto meglio o fatevi almeno una vacanza il 4 marzo. Il M5S poi fa battaglie inutili

 

 

In che senso?

Le racconto un altro aneddoto. Ad inizio legislatura presentammo l'impeachment di Napolitano. Spiegai che non era tecnicamente fattibile perché non c'erano gli estremi. Dei parlamentari mi risposero che la frase del blog di Grillo, impeachment Napolitano, sarebbe stata indicizzata da google con ottimi risultati per il blog. 'E dopo?' Mi risposero che la campagna era servita per capire meglio cosa fosse l'impeachment. Ma ci rendiamo conto?

 

 

Secondo lei cosa ha rovinato le buone intenzioni iniziali?

La notorietà, la visibilità mediatica e il denaro hanno fatto saltare la testa a tanti. Ragazzi giovani, molte volte senza neanche un lavoro, si sono visti catapultati nello show business di colpo. Gente che il giorno prima sembrava un leone è diventato una pecora o un attore e quelli che avevano una qualche idea per sopravvivere alle 'purghe' di Grillo e Casaleggio, che espellevano chiunque non la pensasse come loro, hanno abbassato la testa per continuare a stare lì a godere di tutto quel ben di Dio. E' un gruppo in cui la competenza non vale niente. Sei sei un fedele stai dentro. Sennò hai zero possibilità.

 

 

Quindi non c'era alcun margine di libertà?

Molto poca. La nostra impreparazione ha fatto il resto, ha dato gioco facile alle 'purghe', le espulsioni, le campagne di denigrazioni sommarie contro questo o quello. D'altronde Grillo e la Casaleggio sono una conferma di come funziona il sistema Italia. Se sei competente in qualcosa non conta. Se fai una denuncia di qualsiasi tipo primo o poi ti puniranno. E' un sistema. Accade negli altri partiti è lo stesso nei 5 stelle, anche se il meccanismo è più basato sulla reputazione in rete e sui giochi di comunicazione. Si è confusa la competenza con la fedeltà. Di conseguenza se sei competente e critichi il capo vai fuori. Se invece sei un fedele e capisci ben poco di quello che fai stai dentro.

 

 

I grillini esaltano sempre la partecipazione. Ma serve davvero? E le persone che arrivano in parlamento, intendo quelli che non lo fanno per un posto di lavoro, sono poi davvero in grado di cambiare le cose?

Una volta si pensava che l'intelligenza collettiva in rete fosse la panacea di tutti i mali. Ci siamo resi conto che se metti assieme la stupidità collettiva la produzione sarà una grande stronzata, non una grande idea. Quindi è molto meglio gente competente che lavori anche da sola piuttosto che tante persone messe in rete ma che non capiscono nulla o ben poco di cosa stanno facendo. Tanto alla lunga il risultato sarà comunque negativo. E' già così. Vedrete se non sarà anche peggio.

 

 

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