Roberta Lombardi: la parabola discendente di una promessa del Movimento
Roberta Lombardi ha perso sia il posto in Parlamento che la guida della Regione Lazio.
In tutto il marasma politico - istituzionale che è seguito alle elezioni del 4 marzo è sfuggita una vicenda significativa che riguarda una grillina che veniva considerata una promessa del Movimento e che è invece rimasta al palo.
Si tratta di Roberta Lombardi, che non è stata ricandidata in Parlamento ed in più ha clamorosamente fallito l’obiettivo della Regione Lazio (il partito è arrivato solo terzo) in controtendenza a tutti i risultati che invece i Cinque Stelle hanno ottenuto in Italia.
La Lombardi ha avuto una carriera professionale singolare: laureata in giurisprudenza prima del miracolo grillino lavorava in un’azienda di arredamento d’interni.
È la prima presidente del gruppo alla Camera nel marzo 2013 e fecero scalpore alcune sue dichiarazioni sulla bontà del “fascismo socialista”, come fece scalpore l’elezione del domicilio parlamentare in una casa sotto sfratto per proteggerne gli occupanti il che le diede un’ambigua colorazione di sinistra.
Dice che i genitori votavano Giorgio Almirante che per lei era una figura di riferimento, ma è poi considerata a sinistra del Movimento.
Ha contestato duramente, insieme a Marcello De Vito, il progetto dello Stadio della Roma definito inizialmente come “colata di cemento” per adeguarsi poi alla “capriola” della Raggi che infine ha approvato e santificato il progetto di James Pallotta.
Era la donna in crescita del Movimento, ma ora ha perso tutto: non più in Parlamento e neppure Presidente della Regione Lazio, ma dopo la sconfitta, solo consigliera che cerca di trattare con Zingaretti da una posizione di minoranza provocando, tra l’altro, un ampio dissenso all’interno del Movimento.
La sconfitta alla Regione Lazio l’ha relegata ad un magrissimo terzo posto con un arretramento numerico rispetto alle comunali romane vinte dalla Raggi. Un dato su cui riflettere.
Fallimento della Lombardi o “effetto Raggi” dovuto al disastro romano?
La Lombardi nega l’effetto e resta quindi solo la scarsa attrattiva politica. Ed in effetti i dati lo confermano, visto che nello stesso giorno si votava anche per le politiche e a Roma i Cinque Stelle hanno mantenuto la media nazionale.