Roma, Tutino? Grillo cerchi l'armonia e lasci risplendere la Raggi
Negativo l'andazzo che sta prendendo la Giunta della sindaca di Roma Virginia Raggi
Negativo l'andazzo che sta prendendo la Giunta della sindaca di Roma Virginia Raggi, che deve incassare la rinuncia del consigliere alla Corte dei Conti, Salvatore Tutino, candidato all'Assessorato al Bilancio: "Sono da 20 giorni sulla graticola e lascio per il clima che c'è all'interno del partito che dovrebbe sostenere la Giunta. Sono diventato oggetto di una contesa in cui, più che i curricula, contano le illazioni e dove le falsità e le beghe di una certa politica fanno aggio su professionalità e impegno".
Possibile traduzione: dentro i Cinque Stelle c'è qualcuno che rema contro la sindaca. Traduzione successiva: qualcuno è sulla riva ad aspettare la sua fine politica. Situazione negativa a maggior ragione se il Movimento dice di rappresentare il nuovo, i suoi sostenitori inneggiano all'onestà e Raggi rivendica la sua autonomia di coscienza e decisionale, come dovrebbe essere per un politico.
Certo il personaggio della sindaca offusca gli altri, ma il primo cambiamento è quello della politica come forma più alta dell'esistenza, basata su principi di sapere e lealtà (non a caso la parola onestà ha la stessa etimologia di onore). Il fondatore Beppe Grillo dovrebbe inseguire l'idea confuciana di armonia. Le divisioni nei partiti che discendono dall'alto, a differenza di quelle che scaturiscono dal basso, come quelle nell'attuale Pd, sono con notevole difficoltà rimediabili. Di qui l'incertezza nel centrodestra, con Silvio Berlusconi, a suo tempo fautore dell'armonia, che non si capisce quanto appoggi Stefano Parisi quale riformatore/rifondatore di quell'area.