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Politica
Rosatellum, ok della Camera alla fiducia
Il Parlamento

Il primo via libera della Camera alla fiducia sul Rosatellum 2.0 è arrivato. Il voto sul primo articolo ha ottenuto 307 sì e 90 no ed è passato, mentre fuori dal Palazzo infuria la protesta dei militanti del Movimento 5 stelle. Dalla folla salgono fischi rivolti al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e sulla legge elettorale arrivano dichiarazioni infuocate dei pentastellati e dello stesso Beppe Grillo. Mdp e Sinistra italiana convocano nel pomeriggio i loro sostenitori a piazza del Pantheon: "Come mai nessuno in Forza Italia fa notare che con 308 voti Berlusconi salì al Colle? A proposito di chi sta all'opposizione e chi no...", dice Pier Luigi Bersani che, arrivando alla manifestazione, commenta: "Da Gentiloni non me lo sarei mai aspettato, ha perso di credibilità". Mentre l'ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, critica il metodo con cui la legge è arrivata in aula e annuncia che al Senato dirà tutto quello che pensa al riguardo.

Votati oggi i primi due articoli della legge, per domani sono previsti il voto sulla terza fiducia e quello finale, a scrutinio segreto. Che - sperano i 5 stelle - potrebbe far saltare tutto. "Fare pressione è dovere dei cittadini. Non si scende in piazza solo per contestare la nazionale di calcio quando gioca male", è l'invito di Alessandro Di Battista alla trasmissione Circo Massimo, su Radio Capital.

"La fiducia sulla legge elettorale è un atto eversivo. Solo Mussolini aveva fatto cose simili", continua Di Battista. Intervistato da Massimo Giannini e Jean Paul Bellotto, già senza voce per la sfortunata performance di piazza di ieri, il deputato del M5s ha invitato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella a "pensarci 100, 1000 volte prima di firmare il Rosatellum bis". E fa un nuovo appello: "Venite in piazza Montecitorio oggi alle tredici. Bisogna essere in tanti per fermare questa porcata. La democrazia è in pericolo. Il Parlamento viene composto dai rappresentanti del popolo. Con questa legge sarà composto da rappresentanti dei partiti".

Sull'errore di piazza di ieri, quando si è ritrovato contestato dal movimento dei forconi al grido di "schiavo della Goldman Sachs", Di Battista dice: "Io in piazza ci vado sempre" e se arriva qualche fischio "non me ne frega niente, mi sono sempre comportato bene. Penso che i cittadini abbiano il diritto di fischiare i parlamentari".

Poi, sul "favore" che il Pd starebbe facendo ai 5 stelle, regalando loro un ottimo argomento in campagna elettorale (la costruzione di una legge ad hoc per sconfiggerli), il deputato pentastellato risponde: "A noi non interessa quel che è bene per il Movimento, ma per i cittadini. Altrimenti non avremmo combattuto contro l'Italicum, che ci favoriva. Lo abbiamo contrastato perché era incostituzionale". Così, il M5s non farà alleanze prima del voto, confidando che i cittadini votino in massa per il Movimento. Solo dopo, "sulla base di punti programmatici precisi, vedremo chi ci sta. Ma chiederemo al Parlamento di fare il Parlamento, cioè le leggi".

Non sceglie tra la stampella di Pier Luigi Bersani o Matteo Salvini, Di Battista. "Può non piacervi, ma il Movimento non è né di destra né di sinistra, non ragioniamo su differenze politico-culturali ideologiche che non esistono. Si tratta di categorie del '700, obsolete". Così sposa in toto - "sottoscrivo" - le parole di Luigi Di Maio contro i sindacati, che - spiega - non c'entrano niente con le iniziative anti-sindacali del ventennio fascista. Perché Cgil, Cisl e Uil "non difendono più i lavoratori, si sono svenduti al capitale finanziario. E la prova è che i loro segretari generali finiscono sempre dritti dritti in Parlamento. Sono certo che si stia già cercando un posto per Susanna Camusso".

Di Battista non teme più Matteo Renzi: "Non dovremmo neanche nominarlo. Si è totalmente bruciato. Il Pd pensa già ad altro". E sostiene senza alcuna riserva il candidato premier del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio: "Non solo lo stimo profondamente, ma gli voglio bene. Da lui in questi anni ho visto un'abnegazione totale". Così non parla del suo futuro politico, ma dice solo: "Farò campagna elettorale. Non sono interessato a parlare di poltrone".

Dal blog, interviene anche Beppe Grillo con un lungo post: "Se lasciate che vengano di nuovo cambiate le regole elettorali per far sì che la melma del paese torni in alto, ancora una volta saranno i vostri figli a farne le spese", dice il fondatore del M5s rivolto ai cittadini.

E arriva un'altra presa di posizione molto critica, quella dell'ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che in una nota annuncia la sua volontà di prendere la parola a Palazzo Madama: "Con la fiducia posta in blocco dal governo sulle parti sostanziali del testo, prima che si aprisse il confronto sugli emendamenti all'art.1, non mi resta che la sola possibilità di intervenire in Senato nel corso del dibattito in Assemblea sulla fiducia. Ed è ciò che intendo fare, anche per mettere in luce l'ambito pesantemente costretto in cui qualsiasi deputato oggi, o senatore domani, può far valere il suo punto di vista e le sue proposte, e contribuire così alla definizione di un provvedimento tra i più significativi e delicati".

Durissimo anche Pierluigi Bersani. "Con 307 voti Berlusconi sali' al Quirinale, nessuno di Forza Italia se lo ricorda? E' davvero curioso". Lo ha detto Pier Luigi Bersani rispondendo in piazza del Pantheon ai giornalisti che gli chiedevano se ci sia un 'inciucio' tra Pd e Forza Italia sulla legge elettorale. "Aspetto che Forza Italia si ricordi in qualita' di opposizione. Quando vedete l'opposizione che dice 'comprendiamo che si metta la fiducia'... Non si e' mai visto", ha concluso Bersani. "Non me lo aspettavo da Gentiloni: un presidente del Consiglio che dice 'non mi occupero' della legge elettorale' e poi mette la fiducia su una legge che non e' del governo perde credibilita'. Uno che ha credibilita' avrebbe detto: 'non ci sto'". Lo ha detto Pier Luigi Bersani, parlando con i giornalisti arrivando al Pantheon per la manifestazione di Mdp - Si contro la fiducia alla legge elettorale. "Spero in un sussulto al voto finale" sulla legge elettorale "che fermi questo obbrobrio. Serve un soprassalto di dignita'", ha aggiunto l'ex segretaio Dem.

infografica rosatellum
 

 

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