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Politica
Rutelli-Lorenzin: una Margherita per due

La politica, si sa, é l'arte del possibile, e quindi ormai non ci si meraviglia, o quasi, piú di nulla. Tuttavia ancora si riesce a rimanere sgomenti quando si vedono all'opera piccole furbizie da mercato medio - orientale.
L'ultima in ordine di apparizione é il tentativo di utilizzare il simbolo della Margherita da parte di Beatrice Lorenzin e soci per la prossima competizione elettorale nazionale.

La Margherita, ricordiamolo, nacque da una intuizione di Francesco Rutelli che costruí una coalizione in area della sinistra cattolica e che vide, tra l'altro, anche la partecipazione di Romano Prodi. La Margherita ottenne lusinghieri successi elettorali collocandosi in una zona da percentuale a "due cifre" e fu poi uno dei due soggetti, l'altro i Democratici di Sinistra, che 10 anni fa diedero vita al Partito Democratico, consacrando una sorta di compromesso storico minore che fu il punto di arrivo di un elaborato e sofferto processo di convergenza non solo politica, ma soprattutto ideologica, resa possibile dagli eventi storici che portarono alla caduta del Muro di Berlino nel 1989 con conseguente fine della cosiddetta Guerra Fredda e contrapposizione tra i due blocchi sovietico e occidentale (su questo argomento e sui riflessi politici italiani consiglio alcune belle puntate storiche firmate da Paolo Mieli per la Rai).

Dunque l'apporto della Margherita é stato consistente e frutto di un percorso storico mondiale di costruzione democratica e non puó essere svilito in questo modo. Ma torniamo ai giorni nostri. La Lorenzin, in questa legislatura ha mostrato tutta la sua spregiudicatezza politica passando dal centro - destra in cui era stata eletta con Silvio Berlusconi a Matteo Renzi, traghettatore Angelino Alfano, ghermendo un ministero prestigioso e ricco, quello della Salute.

C'é anche da ricordare come la Lorenzin nel ruolo di ministro sia stata diverse volte al centro della cronaca giornalistica per certe sue prese di posizione contestate da ampi settori della pubblica opinione, come quando diede il via ad una campagna per fare piú figli, oltretutto con l'immagine di una famigliola "ariana" che fu tacciata di venature razziste, stile Minculpop.

Ora la Lorenzin, tramite Lorenzo Dellai, uno storico componente della Margherita, ha riproposto il simbolo floreale sia pure con meno petali, affermando che lo mutua non dal partito fondato da Rutelli ma da una esperienza politica assolutamente minoritaria e locale del 1999 che si chiamava "Unione per il Trentino" sempre dello stesso Dellai, che risulta proprietario del simbolo.

La sua coalizione "Civica - Popolare", vede riunite in quella che giá qualcuno ha definito una lista civetta del Pd, diverse componenti tra cui quanto resta di Alleanza popolare senza Alfano, Pierferdinando Casini,e quello che resta di Italia dei Valori senza Di Pietro, un movimento che nella legislatura appena terminata sará ricordato per una totale ininfluenza politica e con percentuali elettorali imbarazzanti, come lo 0.3% alle comunali di Roma.
Giustamente Rutelli si é risentito ed ha diffidato legalmente la Lorenzin e soci dall'utilizzo del simbolo che ha solo valenza - a suo dire- di trarre in inganno l'elettore ed inoltre -aggiungo io- di evadere l'obbligo di raccolta delle 25.000 firme. Dunque due piccioni con una fava.

La Lorenzin era stata avvistata a convegni rutelliani ai tempi delle comunali  nei radar di Ostia, zona litorale della Capitale assurta alla cronaca giornalistica per la vicenda degli Spada e  suo territorio elettorale di elezione, e forse questo l'ha convinta che l'utilizzo del simbolo avesse una qualche forma di legittimitá, ma evidentemente cosí non é.

La polemica scoppiata tra Rutelli e la Lorenzin ha convinto quest'ultima a spostare la conferenza stampa per la presentazione del contestato simbolo, giá programmata per questa settimana, alla prossima.

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francesco rutellibeatrice lorenzinmargherita





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