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Politica
Salario minimo, Di Maio: "Si farà perchè lo prevede il contratto di governo"

SALARIO MINIMO: DI MAIO, 'SI FARA' PERCHE' LO PREVEDE CONTRATTO GOVERNO'

"Stamani ho letto l'intervista del vice presidente di Confindustria Maurizio Stirpe sul salario minimo. Intanto fatemi dire che è già un bene che si inizi a parlare, finalmente, di diritti dei lavoratori". Lo scrive il vice premier e ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, su Facebook, commentando l'altolà del vice presidente della Confindustria Maurizio Stirpe, secondo il quale il salario minimo determinato per legge potrebbe avere effetti negativi sui contratti di lavoro e sull'occupazione stessa. "Veniamo da un'epoca - aggiunge - in cui i partiti, specie il Pd, avevano dirottato il dibattito pubblico sull'abolizione dell'articolo 18, sulla privazione, appunto, dei diritti. Oggi possiamo invece dire di essere tornati a parlare di dignità del lavoratore, il che, lo ripeto, lo considero un grande passo avanti compiuto grazie al lavoro del M5S e di una pdl che, oltre ad aver inserito nel contratto di governo, abbiamo già presentato in Parlamento". "Dunque il primo dato è questo: il salario minimo si farà, perché è nel contratto! E perché già esiste in molti Paesi europei! Il secondo dato è la proposta: nella legge Catalfo (M5S) prevediamo di fissare per legge una soglia di almeno 9 euro lordi l'ora al di sotto della quale non si può scendere".

"In sostanza, contratti da 3 o 4 euro l'ora come se ne vedono oggi non saranno più consentiti, perché 3 o 4 euro l'ora non è lavoro, è schiavitù. Nei giorni scorsi un piccolo imprenditore su un quotidiano del Sud si lamentava di non riuscire a trovare personale per la stagione estiva e per questo dava la colpa al reddito di cittadinanza. Ormai è sempre colpa del reddito di cittadinanza, anche se scivoli dalle scale o ti macchi il vestito è colpa del reddito". "Ironia a parte, l'offerta dell'imprenditore erano 800 euro al mese per otto-dieci ore di lavoro al giorno, 6 giorni a settimana su 7. Se fate un rapido calcolo siamo a meno di 3 euro l'ora. Ora capite perché non ha ancora trovato personale? Chi attualmente accetta simili retribuzioni è perché non ha alternative, perché è in serie difficoltà economiche e c'è chi se ne approfitta. Fortunatamente ci sono però anche migliaia di piccoli, medi e grandi imprenditori che i propri dipendenti non li sottopagano, anzi, li difendono". "Alcuni li trattano come fossero dei figli e a queste persone va il mio profondo riconoscimento e quello di tutto il governo. Per tornare a Confindustria non voglio sollevare polemiche o altro, anche se trovo paradossale che ogni volta che qualcuno provi a parlare di diritti, ci sia sempre qualcun altro pronto a frenare".

"Ad ogni modo - continua il vice premier - nessuno finora ha chiuso la porta, al contrario tutti hanno riconosciuto che un problema legato ai salari esiste. Perché non sia stato affrontato prima non è dato saperlo, ma ora lo ha fatto il M5s, dopo anni di inerzia, presentando una legge che si rivolge a circa 3 milioni di persone tra cui camerieri, giardinieri, pizzaioli, magazzinieri, dipendenti comuni". "Non apriamo scontri, apriamo un confronto sano invece per trovare un punto di caduta che, principalmente, abbia lo scopo di restituire dignità ai lavoratori e arginare ogni proposta indecente al limite della schiavitù. Un confronto che porti anche a premiare quegli imprenditori onesti che con il loro sudore portano avanti la nostra economia. Se remiamo tutti nella stessa direzione arriviamo prima! E arriva prima il Paese! I prossimi obiettivi: giù le tasse e stipendi dignitosi", conclude Di Maio.

M5s: "Salario minimo per 3 milioni di persone prima del 2020"

Il salario minimo orario verrà approvato "prima del 2020". Lo riporta in un post sul "Blog delle stelle" in cui il M5s afferma che "stiamo ultimando i lavori sulla nostra proposta di legge sul salario minimo orario, in discussione al Senato". La misura, secondo quanto riportato nell'articolo, è "un atto di civiltà che coinvolgerà un numero considerevole di lavoratori, circa 3 milioni secondo l'Istat".

M5S, SALARIO MINIMO PRIMA DEL 2020 PER 3 MILIONI DI ITALIANI. IL POST DEL BLOG DELLE STELLE

Stiamo ultimando i lavori sulla nostra proposta di legge sul Salario Minimo Orario, in discussione al Senato. Si tratta di una misura di civiltà che coinvolgerà un numero considerevole di lavoratori, circa 3 milioni secondo l’Istat.

Sono moltissimi, infatti, coloro che pur lavorando faticano a costruirsi un’esistenza, con stipendi che in molti casi non superano neppure la soglia di povertà. Sono i cosiddetti working poors, i lavoratori poveri. Al Sud come al Nord. Giardinieri, camerieri, autisti, pizzaioli, guardie notturne, centralinisti. Queste ed altre categorie ad oggi hanno minimi contrattuali inferiori ai 9 euro lordi, la soglia indicata nella nostra proposta di legge.

Tre milioni di lavoratori sono il 21% del totale. Una cifra che dovrebbe farci riflettere e che indica quale sia l’attuale situazione del mondo del lavoro in Italia dopo i governi dell’austerità.

Con il Salario Minimo Orario questi lavoratori, insieme alle loro famiglie, inizieranno a vedersi garantito il diritto ad una retribuzione dignitosa, come sancito dall’articolo 36 della nostra Costituzione. Una questione di giustizia sociale ma non solo. È infatti confermato dalla scienza economica che i Paesi con minori diseguaglianze crescono più velocemente, anche perché salari più alti spingerebbero in alto i consumi e la domanda interna, con grande beneficio per il commercio al dettaglio e le nostre piccole medie imprese.

Veniamo da anni di politiche che hanno massacrato i lavoratori e con essi i nostri imprenditori. Tra disoccupazione dilagante, precarizzazione contrattuale e contrazione dei salari reali, gli italiani hanno pagato un prezzo salatissimo. Il salario minimo orario è un tetto sotto il quale nessuna contrattazione sindacale potrà scendere, e nella nostra proposta di legge si prevede naturalmente che questo salario orario crescerà di anno in anno adeguandosi al costo della vita. Altrimenti l’aumento dei prezzi eroderebbe il potere d’acquisto e i redditi reali delle nostre famiglie. Non lo possiamo permettere.

Il 2018 è stato l’anno del Decreto Dignità, che ha restituito valore alla stabilità contrattuale, il 2019 è stato l’anno del Reddito di cittadinanza, che ha posto un argine al fenomeno dilagante della povertà e dell’esclusione sociale, prima del 2020 porteremo a casa anche il Salario Minimo Orario, il terzo pilastro della nostra politica sociale.

Ciò che abbiamo sempre promesso stiamo realizzando, con buona pace di chi infanga quotidianamente il nostro lavoro per i cittadini.

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