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Politica
Salvatore Caiata indagato per riciclaggio: quello che il M5s già sapeva...

Salvatore Caiata, candidato 5 stelle al Parlamento e presidente del Potenza calcio, era “una polpetta avvelenata”. E per questo era già stato segnalato a Di Maio e company in tempo utile per intervenire, ma nessuno ha fatto nulla.

 

Oggi si apprende che Caiata, imprenditore lucano affermatosi a Siena, è indagato dalla procura nell'ambito di un'inchiesta per riciclaggio di denaro proveniente da ambienti kazaki del petrolio. Coinvolta nei suoi affari anche la coop La Cascina, ascesa alle cronache per fatti relativi a "Mafia Capitale". Ma la novità è che all'annuncio della candidatura sia un giornale lucano che il movimento 5 stelle di Siena avevano segnalato che il personaggio era “discutibile”.

 

Il 20 gennaio scorso, Michele Finizio, su basilicata24.it poneva dubbi e interrogativi sulla scalata dell'imprenditore e sul ruolo giocato da questi nella partita elettorale: “Arrivato a dirigere una squadra di calcio quasi all’improvviso e attraverso dinamiche che io, inesperto della materia, non ho ancora capito”; e: “Se il Movimento Cinque Stelle dovesse candidare il presidente del Potenza Calcio, Salvatore Caiata, farebbe un autogol”; e ancora: “La candidatura di Caiata comprometterebbe irreparabilmente le fondamenta del Movimento Cinque Stelle in Basilicata”.

 

Si apprende che dubbi su Caiata fossero stati sollevati a gennaio direttamente al quartier generale grillino, in primis a Luigi Di Maio, anche dal gruppo 5 stelle di Siena. Non un gruppo qualsiasi. Si è distinto per aver acceso, prima che altri comprendessero, un faro sullo scandalo Mps portando Beppe Grillo a sollevare la vicenda sui palcoscenici nazionali.

 

Il legale del presidente del Potenza Calcio ha confermato nelle ultime ore che il suo assistito era al corrente dell'inchiesta dal 2016.

 

I dubbi su Caiata non erano notizie segrete, così come il fatto che questi, nel 2009 avesse fatto parte del coordinamento provinciale senese della tanto odiata Forza Italia. La storia delle opacità di alcuni candidati grillini si ripete. Come con la Rimborsopoli 5 stelle di pochi giorni fa e come ha raccontato ad Affaritaliani l'ex grillino Lorenzo Andraghetti. Caiata potrebbe alla fine anche risultare innocente ma per le regole stringenti del movimento l'accusa di riciclaggio non è proprio un addebito irrilevante.

 

Il problema dei controlli e della selezione della classe dirigente dei 5 stelle è oramai un fatto sostanziale che non li differenzia così tanto dalle altre forze politiche. Certo il movimento replica che loro “espellono chi sbaglia”. Ma non è del tutto vero e la misura non è sempre né rigorosa né la stessa, come dimostrano non solo i fatti recenti ma forse uno più grave fra tutti avvenuto nelle passate elezioni regionali in Liguria (2015).

 

Il candidato capolista 5 Stelle Daniele Comandini era appoggiato dal figlio del boss del clan di 'ndrangheta Mafodda, Carmine Mafodda (leggi la storia). Anche qui la segnalazione arrivò in anticipo ai vertici, sia dal consigliere comunale dei 5 Stelle di Imperia Antonio Russo, sia dall'osservatorio sulla criminalità Casa della Legalità di Genova. Ma il risultato fu l'espulsione di Antonio Russo, la Casa della legalità offesa e attaccata e la querela per diffamazione per me che ne scrissi su Libero quotidiano nazionale (al tempo diretto da Maurizio Belpietro) da parte di Alice Salvatore capo del movimento in Liguria e candidata governatrice. Il giudice Clara Guerello ha sentenziato che “la biasimevole ed imbarazzante vicinanza del Comandini a Carmine Mafodda, figlio del boss Palmiro... é infatti un dato pacificamente emerso”. Il legame era del tutto evidente. E il sottoscritto è stato assolto con formula piena dal “reato” di dire la verità.

 

Alice Salvatore non ha ricevuto contraccolpi dal movimento, Antonio Russo non è stato reintegrato, nessuno si è scusato con la Casa della Legalità, (così d'altronde con Lorenzo Andraghetti per i fatti accadutigli). A dimostrazione che chi si espone dentro o fuori il movimento 5 stelle, segnalando o scrivendo di fatti di varia gravità o non viene preso in considerazione o viene violentemente attaccato. Cosa c'è di diverso dagli altri partiti?

 

aggiornamento

 

Il movimento 5 Stelle in un post su Facebook, ha precisato: "Se accuse tanto gravi fossero confermate, non faremo sconti a nessuno. Al momento della sua candidatura, naturalmente, Caiata ci ha fornito tutti i documenti che attestano che la sua fedina penale è pulita". Caiata si è dichiarato innocente ma si è autosospeso dal M5S.

 

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