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Politica
Salvini vs Berlusconi: la partita si fa dura

Berlusconi sta tornando al centro del sistema politico italiano e lo sta facendo un po’ per meriti suoi e un po’ per demeriti degli altri, sia amici che nemici.

La rinascita del leader di Forza Italia ha, come sempre avviene nella scienza politica, una base concreta che riguarda la vittoria alle ultime amministrative; vittoria ottenuta insieme alla Lega e a Fratelli d’Italia certamente. ma che vede nell’uomo di Arcore il fulcro dell’alleanza.

E questo ci porta a fare un ragionamento sui rapporti con Matteo Salvini che ha avuto diverse possibilità di conquistare la leadership del centro - destra ma finora le ha sprecate tutte.

Salvini ha indugiato sul progetto di espansione al Sud, sebbene al Nord abbia tenuto bene le posizioni.

Berlusconi però può attingere -e lo sta già facendo- ad un serbatoio politico che Salvini non ha e che è quello dei centristi che da sempre praticano la politica dei due forni, una volta a sinistra ed una volta a destra.

Ora che si stanno avvicinando le elezioni Berlusconi però sta diventando polarizzante per i centristi orfani di Renzi (e qui stanno le colpe dei “nemici”) che lo avevano “tradito” una prima volta seguendo Angelino Alfano in una avventura inedita.

Se si salda l’asse Casini - Berlusconi, che ha comunque dietro anche Alfano, Salvini perderà la possibilità di guidare il centro - destra.

Inoltre, al di là della forza bruta dei numeri che anche in politica è sempre determinante, Salvini è ideologicamente spostato sugli estremi e guarda alla Le Pen più che a duna cultura liberale europea come Berlusconi.

Le culture estremiste servono solo dopo che hanno vinto (se hanno vinto); si guardi il fenomeno Le Pen che si sta afflosciando come un palloncino vuoto, dopo la sua sconfitta alle Europee: l’estremismo può essere forte da solo, ma non vincerà mai in un sistema a doppio turno come quello francese in cui tutti si coalizzano contro nella tornata finale.

Nei sistemi a doppio turno vince chi unisce non chi divide.

Salvini è dunque in bilico tra conservare l’elettorato leghista duro e puro, insidiato in questo pure da Umberto Bossi ed espandersi a sinistra, verso un elettorato più moderato. Per l’ex fondatore dei comunisti padani non dovrebbe essere difficile un ripensamento.

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