Salvini contro Berlusconi: sul referendum finta opposizione. E' caso Lega-Fi
Tensione alle stelle Salvini - Berlusconi su referendum e non solo
Tensione alle stelle tra Matteo Salvini e Silvio Berlusconi. Intervistato dal Corriere della Sera, il segretario federale della Lega Nord ci va giù pesante: opposizione del leader di Forza Italia alla riforma costituzionale in vista del referendum del 4 dicembre? "Diciamo che noi non ce ne stiamo assolutamente accorgendo, di questo No. Io incontro tutti i giorni tanta gente. Persone informate, motivate, che rinunciano al tempo libero e si organizzano per dirlo chiaro questo No". E ancora: "Il presidente di Mediaset vota Sì e lo dice. Il banchiere di fiducia vota Si'. E, fatta salva la differenza tra partito e azienda, direi che le reti Mediaset stiano facendo, quanto a filorenzismo, la concorrenza alla Rai". Secondo il segretario leghista, Berlusconi ha sbagliato a scegliere come presidente dei comitati per il No Renato Schifani: "Un senatore che alla riforma ha votato tutte e quattro le volte per il Sì". Non solo, Salvini afferma di non avere in programma un nuovo incontro con l'ex Cavaliere: "Diciamo che io fino al 4 dicembre lavoro per salvare il Paese. E quindi, di tutto il resto semmai parleremo dopo".
Salvini è uscito allo scoperto, perfino in ritardo rispetto a molti leghisti, perché teme che Berlusconi stia facendo il doppio gioco. Ufficialmente Forza Italia è schierata per il No al referendum, con Brunetta che lo ripete quasi ogni due minuti, ma dietro le quinte - spiegano fonti leghiste ai massimi livelli, si nota un certo "movimento pericoloso e ambiguo" da parte di una fetta di Forza Italia. A parte le reti Mediaset e il Sì di Confalonieri, che certamente irritano il Carroccio, pare che ci siano contatti continui tra Arcore e Palazzo Chigi attraverso i canali Gianni Letta e Denis Verdini. In sostanza Berlusconi ha adottato la politica dei due forni, ovvero quella del piede in due scarpe. Dichiara che al referendum bisogna votare No perché in gioco c'è la democrazia, ma dietro le quinte tratta con Renzi e il Pd per una posizione soft sul referendum. In questo modo - spiegano fonti azzurre - una parte degli elettori berlusconiani potrebbero scegliere di votare Sì il 4 dicembre.
L'ex Cav spera in questo modo di uscire comunque vincitore. Se trionfa il No potrà dire che ha fatto campagna contro le riforme costituzionali, se invece vince il Sì potrà trattare con Palazzo Chigi, non solo sulla revisione della legge elettorale, forte proprio di quella posizione "ambigua" denunciata da Salvini e della quale, almeno off the record, leghisti ed esponenti di Fratelli d'Italia parlano da settimane. In ballo ci sono anche le future alleanze in vista delle elezioni politiche. Se Renzi perde ok al Centrodestra con Lega e Fdi, se il premier vince patto con il centro di Alfano e Verdini per poi dialogare dopo il voto con il Pd. Il segretario leghista ha capito il gioco ed è uscito allo scoperto.