Salvini e Draghi, volano schiaffi. La Bce usa lo spread per attaccare l'Italia
Lo spread tiene sul banco degli imputati i cosiddetti populisti
Di Andrea Lorusso
Sembra il vestito buono per ogni occasione, quello da mettere addosso alle finanze del Paese quando si tratta di castigare un Governo (legittimamente eletto), per aderire ai desiderata della più opaca finanza. Il Governatore della BCE Mario Draghi fa il verso all’esecutivo italiano, affermando che le loro parole nel corso di questi mesi abbiano fatto danni al risparmio delle famiglie. Caustico Salvini: "Conto che gli italiani in Europa facciano gli interessi dell'Italia come fanno tutti gli altri Paesi, aiutino e consiglino e non critichino e basta".
La, ormai, bipolare Forza Italia invece rintuzza i fax di discordia in arrivo da Bruxelles, con le sentenze del deputato Mulé (ex direttore di Panorama): “Le parole della Bce certificano, al livello più alto e autorevole, che il governo, a causa della sua forsennata e vacua foga oratoria, ha lapidato dal suo insediamento il popolo italiano".
In tutto ciò i pollai da talk show con al seguito prezzolati giornalisti che scimmiottano le agenzie di rating, continuano a fare dell’Italia una narrazione distante dalla realtà, non per niente assieme alla carta stampata perdono audience-copie.
In pochi frammenti di La7 ieri sera, da Lilli Gruber, il giornalista Beppe Severgnini: “È una scemenza quella di Di Maio che dice ‘fra le agenzie di rating ed il popolo noi stiamo con il popolo’, perché il nostro debito è detenuto da investitori stranieri, e se questi li spaventi scappano e lo spread sale, bruciando i risparmi.”
Quindi per buona pace di chi crede nella sovranità Nazionale, in Parlamento bisognerebbe tutelare gli investitori, e non i cittadini elettori, ed il debito deve essere la clava con cui i propositi di qualità della vita, pensioni, attività lavorative dignitose, debbono essere sacrificati. Altrimenti i punti base di divario coi bond tedeschi schizzano in su. Questo è il motivo per cui nel Regno Unito, Stati Uniti, Olanda, Svezia, Ungheria, Francia, Italia, Germania, ognuno con le sue velocità e differenti successi, il moto “populista” sta demolendo l’ordine costituito. L’establishment che per anni ha tentato il trapianto di mentalità di interessi terzi, ha subito il rigetto del corpo elettorale. E a Maggio 2019 si riprenderà le chiavi di casa, le chiavi dell’Europa.
Twitter @andrewlorusso
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