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Politica
Salvini ha già il piano per sfondare al centro
SCHIAFFO 2 - Matteo Salvini, ministro degli Interni. Dopo 25 anni lascia il consiglio comunale di Milano.
Sbagliato. Anche se non ci andava mai per questione di tempo, è come tagliare le radici con la città
che lo ha lanciato.

di Luigi Bisignani

Caro direttore,

Salvini sta seriamente pensando ad un piano B per arginare le proteste del suo elettorato, sempre più sconcertato dalle bislacche idee dei 5 Stelle su pensioni e infrastrutture. Dal Veneto alla Lombardia, gli imprenditori del Nord sono delusi dalla mancanza di una politica industriale che faccia ripartire gli investimenti, magari favoriti da una politica fiscale più equa. Matteo sa bene di averli conquistati con i temi della sicurezza e dell'immigra-zione, ma è convinto che per consolidare la sua ascesa deve dare risposte anche in materia economica, all'insegna dello slogan «l'Italia agli italiani».

Non gli è piaciuto per nulla, quindi, leggere che il Ministro Tria sta organizzando, alla chetichella, una missione in Cina, paese che ha visitato più volte da Professore, per attirare fondi di Pechino, malvisti in questo momento dai due leader più vicini al governo giallo-verde, Trump e Putin. Salvini sa bene che per arrivare a Palazzo Chigi in tempi brevi, magari con elezioni anticipate a febbraio, ha bisogno di puntare su un'area moderata che non lo spinga troppo a destra, come succederebbe con Fratelli d'Italia, né troppo a sinistra, come accade ora con il Movimento 5 Stelle. Ed è per questo che, sul modello di Luca Zaia in Veneto e di Attilio Fontana in Lombardia, per consolidare la sua leadership sta puntando a tutti quei moderati ormai delusi da Berlusconi, con un occhio soprattutto all'Europa, dove si vota a maggio e dove il Ppe guarda con simpatia ad una sponda leghista, vista l'aria che tira nel Vecchio Continente e il declino di Forza Italia. Ambasciatore di questa delicata operazione con il Ppe è l'europarlamentare Lorenzo Cesa, che con Manfred Weber ha rapporti fraterni ed ha il merito di avere contribuito a far eleggere Antonio Tajani alla guida del Parlamento Europeo. Salvini punta quindi a consolidarsi al centro, avvicinando imprenditori stufi della Confindustria, burocrati vessati dai grillini, rappresentanti della società civile, del mondo cattolico ed esponenti ex An in grado di tranquillizzare l'elettorato di centro. Silvio Berlusconi non potrà far altro che benedire obtorto collo l'operazione, l'unica che può garantire a lui stesso ed ai suoi figli pace per le aziende e forse un ritorno trionfante in Parlamento. Di Forza Italia, ormai, parla solo al passato.

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