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Politica
Salvini: "Ho chiesto dossier sui rom, faremo un censimento".Lo stop di Di Maio

Salvini: chiesto dossier rom, faremo un censimento

"Al Ministero mi sto facendo preparare un dossier sulla questione rom in Italia, perche' dopo Maroni non si e' fatto piu' nulla, ed e' il caos". Lo ha detto il ministro dell'Interno e leader della Lega, Matteo Salvini, commentando a Telelombardia l'arresto di due rom per furto in stazione Centrale a Milano. Secondo Salvini e' il momento di fare una "una ricognizione sui rom in Italia per vedere: chi, come e quanti" sono. In pratica "rifacendo quello che fu definito il censimento, facciamo un'anagrafe, una fotografia della situazione" ha aggiunto. E, mentre per gli stranieri irregolari e' possibile intervenire con l'espulsione "i rom italiani purtroppo te li devi tenere a casa".

Migranti: Salvini, in settimana incontrero' Papa Francesco

"A breve incontrero' Papa Francesco, probabilmente gia' questa settimana". Ad annunciarlo il ministro dell'Interno, Matteo Salvini. Sulle polemiche sul fronte migranti che hanno coinvolto anche il Pontefice, il politico leghista ha sottolineato che "lui parla alle anime, noi siamo molto piu' piccoli e legati ai problemi terreni. Ai rifugiati garantiamo tutto il necessario. Ma a coloro che non scappano dalla guerra diciamo che non c'e' posto per tutti in Italia", ha concluso.

 

Salvini: perche' censimento rom sarebbe shock?

"Qualcuno parla di 'shock'. Perche'??? Io penso anche a quei poveri bambini educati al furto e all'illegalita'". Il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, commenta cosi' su Twitter le prime reazioni all'annunciato 'censimento' dei rom. 

La correzione di Salvini e lo stop di Di Maio: "Censimento incostituzionale"

Le parole del leader leghista hanno ancora una volta scatenato reazioni al unto che poche ore dopo lo stesso Salvini ha precisato: "Non è nostra intenzione schedare o prendere le impronte digitali a nessuno, nostro obiettivo è una ricognizione della situazione dei campi rom. Intendiamo tutelare prima di tutto migliaia di bambini ai quali non è permesso frequentare la scuola regolarmente perché si preferisce introdurli alla delinquenza. Vogliamo anche controllare come vengono spesi i milioni di euro che arrivano dai fondi europei". La correzione di Salvini ha raccolto il plauso del suo collega di governo Di Maio: "Mi fa piacere che Salvini abbia smentito qualsiasi ipotesi di censimento registrazione o schedatura, se una cosa non è costituzionale non la si può fare. Lavoro da due settimane per problemi degli italiani che sono enormi e di cui ci dobbiamo occupare. Gli italiani sono la priorità, bene occuparsi di immigrazione ma prima occupiamoci dei tanti italiani che non possono mangiare".

Rom, Associazione nomadi: "Illegale censimento etnico"

"Il ministro dell'Interno sembra non sapere che in Italia un censimento su base etnica non e' consentito dalla legge". Cosi' Carlo Stasolla, presidente dell'Associazione 21 luglio che si occupa della tutela dei diritti di comunita' come rom e sinti. "Inoltre esistono gia' dati e numeri su chi vive negli insediamenti formali e informali -continua Stasolla- e i pochi rom irregolari sono apolidi di fatto, quindi inespellibili. Ricordiamo anche che i rom italiani sono presenti nel nostro Paese dal almeno mezzo secolo e a volte sono 'piu' italiani' di tanti nostri concittadini".

Salvini: Pd, 'dossier rom' agghiacciante. Leader Lega si fermi

"Le parole sono pietre e il 'dossier Rom' di Salvini e' agghiacciante, ricorda politiche di stampo nazista", e' l'allarme del senatore Pd Edoardo Patriarca. "Forse il leader della Lega asseconda la pancia dei cittadini spaventati, ma a tutto c'e' un limite. Dove vuole arrivare nell'aizzare l'odio sociale ed etnico? Si ricordi che e' il ministro dell'Interno di un grande paese del G7", aggiunge.

Rom: Martina a Salvini, fermatevi! Non c'e' futuro nella paura

"Il diverso, lo straniero. Oggi i Rom. E domani? Fermatevi! Non c'e' futuro nella paura. L'Italia non e' questa". Lo scrive il segretario reggente del Pd, Maurizio Martina, su Twitter.

Rom: 16.400 in baraccopoli formali; 43% sono italiani

Sono tra 120 e 180 mila i cittadini di origine rom e sinti in Italia, 26 mila dei quali vivono in emergenza abitativa in baraccopoli formali (insediamenti gestiti dalle amministrazioni locali) e informali ('campi abusivi') o nei centri di raccolta monoetnici. Sono i dati dell'ultimo Rapporto dell'Associazione 21 luglio. Le baraccopoli formali sono 148, distribuite in 87 comuni di 16 regioni da Nord a Sud, per un totale di circa 16.400 abitanti, mentre 9.600 e' il numero di presenze stimato all'interno di insediamenti informali. Dei rom e sinti residenti nelle baraccopoli formali si stima che il 43% abbia la cittadinanza italiana mentre sono 9.600 i rom originari dell'ex Jugoslavia di cui circa il 30% - pari a 3 mila - e' a rischio apolidia. Nelle baraccopoli informali e nei micro insediamenti vivono nell'86% dei casi cittadini di origine romena. A vivere sulla propria pelle le tragiche conseguenze della segregazione abitativa sono molti minori, il 55% secondo le stime di Associazione 21 luglio "con gravi ripercussioni sulla salute psico-fisica e sul loro percorso educativo e scolastico". A incidere sui livelli di scolarizzazione contribuiscono in modo significativo sia le condizioni abitative sia la forte catena di vulnerabilita' perpetrata dalle operazioni di sgombero forzato attuate in assenza delle garanzie procedurali previste dai diversi Comitati delle Nazioni Unite. Associazione 21 luglio ha registrato in tutto il 2017 un totale di 230 operazioni: 96 nel Nord, 91 al Centro (di cui 33 nella citta' di Roma) e 43 nel Sud. Proprio Roma detiene il triste primato del maggior numero di insediamenti presenti, 17 in totale di cui 6 formali e 11 cosiddetti "tollerati". "Nella capitale - denuncia il Rapporto - nonostante le aspettative create a fine 2016 con la Memoria di Giunta e il 'Progetto di Inclusione Rom' presentato dalla sindaca Raggi che aveva come obiettivo il graduale superamento dei 'campi' presenti all'interno della citta', nel 2017 non e' stato di fatto avviato alcun processo di inclusione". Il giudizio degli Enti internazionali ed europei di monitoraggio sui diritti umani appare impietoso: anche nel 2017 l'Italia ha continuato a essere il "Paese dei campi", "perseverando nell'utilizzo di politiche discriminatorie e segreganti nei confronti delle popolazioni rom e sinti presenti sul territorio nazionale oltre che nelle persistenti operazioni di sgombero forzato".

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