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Politica
Salvini indagato: la misteriosa scomparsa dell'alleato Silvio Berlusconi

Matteo Salvini è indagato per abuso d'ufficio, sequestro di persona e arresto illegale per la questione della nave Diciotti, e ha già fatto sapere che non mollerà lasciando intendere che la decisione della magistratura è per lui una sorta di medaglia al valore.

Del resto, la vicenda è riassumibile in un quesito elementare: capo politico che, dell'argine al flusso migratorio in Italia ha fatto la pietra angolare della sua leadership, diventa Ministro dell'Interno e viene indagato dalla magistratura - già nel mirino del bacino elettorale del suddetto ministro per "l'accanimento" perenne contro Silvio Berlusconi - proprio nel momento in cui il suddetto ministro si impuntava per non far sbarcare in Italia i migranti. Domanda retorica: il bacino elettorale di tale ministro, i suoi simpatizzanti, i suoi fan, i suoi consensi diminuiranno oppure aumenteranno ulteriormente?

La magistratura fa la magistratura, e Salvini fa Salvini. E Salvini "non vedeva l'ora" di essere indagato per la vicenda della Diciotti. Ma se a lui in ultima analisi giova questa decisione della Procura, essa mette invece in imbarazzo gli alleati grillini, che si dimostrano ancora una volta forcaioli a fasi alterne e ipocriti (vedi il caso di Luigi Di Maio anni fa quando chiedeva dimissioni in cinque minuti al ministro dell'Interno Angelino Alfano indagato).

Unica certezza in tutto ciò: se si dovesse tornare al voto, la Lega sbancherà. Con tutto ciò che comporta per l'accordo con il m5s e gli equilibri nell'alleanza del Centrodestra. A tal proposito, Giorgia Meloni si è schierata con Matteo Salvini, e prima o poi il succitato Silvio Berlusconi sarà costretto a rompere il silenzio. Un silenzio che inizia a essere piuttosto - e in maniera inquietante - lungo.

Se durante il braccio di ferro per la nomina di Marcello Foa alla presidenza della Rai, il Cavaliere era onnipresente nel dibattito mediatico, nelle ore convulse del crollo del ponte Morandi con i bagni di folla dell'alleato Salvini e, in particolare adesso, alla notizia della sua iscrizione nel registro degli indagati, è misteriosamente silente. Un desaparecido.

Peculiare il no comment di colui che, per anni, ha insistito sull'accanimento della magistratura e sulla giustizia a orologeria, come viene già definita dal popolo di centrodestra la decisione di indagare Salvini. Una decisione che, come illustrato sopra, non fa che aumentare la popolarità del "Capitano", già artefice della sottrazione di consensi a Forza Italia e colpevole di oscurare la stella del Cavaliere. Come si schiererà dunque quest'ultimo? Appoggerà incondizionatamente l'alleato leghista o interverrà a favore della magistratura, sconfessando anni di lotte contro le "toghe rosse" e lo "strapotere dei giudici politicizzati"? Manterrà invece un aplomb diplomatco e asettico che potrebbe però alienargli ulteriormente le simpatie del popolo di centrodestra?

Comunque egli deciderà di comportarsi, Berlusconi non potrà mantenere il riserbo ancora per molto e dovrà necessariamente prendere posizione. Una posizione che deciderà della tenuta dell'alleanza con Matteo Salvini. Questo se tale alleanza vede ancora Berlusconi della partita, e non sia ormai indiscutibilmente - come molti leghisti stanno facendo notare da tempo - orientato a seguire il canto delle sirene del Pd e di Matteo Renzi in vista di un'alleanza per le elezioni europee. Che saranno comunque stravinte dalla Lega di Salvini. 

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