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Politica
Salvini: "Io premier? Pronto a metterci la faccia ma non dico: io o la morte"
Foto LaPresse

Salvini mostra il volto dialogante, in vista della nascita di un futuro governo. Ieri aveva detto che la guida dell'esecutivo spetta al Centrodestra. Ora precisa: "Io sono pronto per fare il premier. A me interessa che l'Italia cambi: sono pronto a metterci la faccia ma non è che è 'O Salvini o la morte', Salvini è a disposizione, ma se c'è una squadra possiamo ragionare con la squadra". Così in un'intervista a Tele Lombardia. Poche ore dopo, ai microfoni di Rainews 24, ribadisce: "In questo Paese il problema non sono io. Io mi metto a disposizione. Se mi rendessi conto che per aiutare questo Paese ci sono anche altre persone che possono dare una mano per carità di Dio non sono io a dire di no".

Una mano dai 5 stelle? Perché no. Se persino Grillo definisce pubblicamente Salvini "persona di parola", vuol dire che il Movimento 5 stelle è disponibile a ragionare su una possibile intesa di governo. E Salvini risponde dicendosi possibilista su un governo di lungo respiro, ma soprattutto ricambiando il giudizio positivo. "Per ora i 5 Stelle si sono dimostrati affidabili. Io le persone le giudico dai fatti, non dalle parole".

Ma è sostanzialmente più significativa la prima apertura di Salvini sul punto del programma del Movimento 5 Stelle più scabroso nell'ottica di un'intesa: il reddito di cittadinanza. "Se fosse pagare la gente per stare a casa no - chiarisce subito il leader del Carroccio a margine del consiglio comunale a Milano -, ma se fosse uno strumento per reintrodurre nel mondo del lavoro chi oggi ne è uscito allora sì". Ovvero, la voce "reddito di cittadinanza" va declinata diversamente, come anticipato ieri dal fedelissimo Giancarlo Giorgetti.

Più in generale, per Salvini "l'accordo con il M5s può esserci o non esserci e io mi auguro che ci sia", ma se non ci fosse un accordo "io non tiro a campare sicuramente. C'è un programma da proporre, condividere e aggiornare, da trasformare in fatti, e al di là dei nomi che possono appassionare i giornalisti ma meno gli italiani, penso che siano le cose da fare quelle su cui vedere se c'è un punto di incontro o no".  "Chi ci ha votato - ha spiegato ancora Salvini - ci ha dato fiducia per fare delle cose come l'abolizione della legge Fornero e su questo vediamo in Parlamento chi ci sta".

Come ieri aveva fatto il candidato premier del M5s Luigi Di Maio, anche per Salvini la partita "governo" è in qualche modo slegata dallo schema che ha portato alla spartizione delle presidenze delle Camere. "Abbiamo visto che si sono eletti i presidenti di Camera e Senato in 24 ore - rileva Salvini - senza i riti del passato, le lungaggini, le fregature. Con le buone o con le cattive abbiamo fatto andare tutto come doveva andare. Per il governo è un altro paio di maniche, perché ci sono cinque anni di vita degli italiani in mezzo. Ne parleremo prima con gli alleati e poi con tutti gli altri, a partire dai 5 stelle che hanno preso i voti che hanno preso".

Salvini promette anche una riforma costituzionale, laddove Renzi ha fallito: "Se avremo 5 anni davanti, il Paese andrà accompagnato nel futuro. Ci ha provato Renzi a colpi di maggioranza, con scelte che non ho condiviso, ma serve maggiore attenzione ai territori e avere parlamentari eletti che non cambino 25 partiti. A me piacerebbe un'Italia come Paese federale e presidenziale. Questo me lo chiedono non solo al Nord, ma anche al Sud. E i senatori a vita sono una figura antistorica".

Infine, Berlusconi. "Era e rimane il leader di Forza Italia - dice Salvini -. Non vedo altre persone in arrivo. Abbiamo preso un impegno per le presidenze di Camera e Senato, abbiamo dimostrato coerenza, generosità e compattezza. Lo stesso impegno lo metteremo nella squadra di governo".

I Cinquestelle, intanto, insistono sulle divisioni interne al centrodestra: "Roberto Fico, per essere eletto presidente della Camera, ha ottenuto 422 voti, pari a oltre i due terzi dei componenti dell'Aula. Sono mancati tuttavia circa una sessantina di voti rispetto ai numeri che ci sarebbero stati se tutte le forze del centrodestra avessero rispettato i patti come hanno fatto la Lega e Fratelli d'Italia. Questo a ulteriore dimostrazione del fatto che la coalizione del centrodestra non è per nulla compatta, contrariamente a quanto afferma oggi Berlusconi", scrivono sul blog delle Stelle i capigruppo M5S Giulia Grillo e Danilo Toninelli.

E, in vista delle consultazioni per il nuovo governo, il presidente della Cei, Gualtiero Bassetti, torna a parlare di politica. Timore di un possibile governo a trazione leghista, unito al Movimento Cinque Stelle? "Io non temo nulla, - sottolinea Bassetti - perché noi abbiamo parlato con estrema chiarezza: abbiamo parlato di bene comune e abbiamo detto quali punti ci stanno a cuore, che sono il bene della gente, di tutta la gente, e quindi non abbiamo nulla da temere da nessuno". E gli auguri ai nuovi vertici istituzionali: "Che rispettino fino in fondo il loro ruolo".

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