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Politica
Salvini nuovo federatore della destra?
Lapresse

Salvini è forte del patto con la Le Pen e la vicinanza a Trump.

Infatti Marine e Marion Le Pen, sembrano le uniche vere eredi di Almirante. Giorgio, che donò la ' fiamma', ancora oggi simbolo del Front National. Ma c'è di più. Il 10 febbraio Matteo Salvini andrà a commemorare i martiri delle foibe. Neanche una settimana fa, sempre Salvini, ha dichiarato di "capire chi dice di essere disposto a votare un nuovo Mussolini". E ancora: "sulle pensioni Mussolini ha fatto meglio della Fornero". Che musica per il popolo della destra, decapitato dalle sentenze finiane sul 'male assoluto'. Salvini, che a Fiuggi di certo non c'è mai stato, forse neanche per le cure termali da anni pronuncia parole rigide sull'immigrazione e sulla difesa dei confini nazionali, in una riedita forma della tanto amata a destra, 'l'Italia agli italiani'. Lui, che dice "di andare a Bruxelles a difendere il made in Italy”. Ovvio che così gli orfani della destra si stiano sciogliendo e lo vedano sempre più come una sorta di nuovo Messia, sceso dal cielo dopo il 'finiano' diluvio universale. Le elezioni però non potrebbero essere troppo vicine e le necessità della contabilità elettorale potrebbero dare una pausa di riflessione.

La tentazione di imbarcare tutti è dietro l''angolo. Anzi, a ben dire, parole di apertura sono state pronunciate già nel suo ultimo comizio a Roma, ospite di Giorgia Meloni. Imbarcare tutti una versione politica dell'Arca di Noè? Cosa farà quindi Matteo Salvini, coadiuvato in questo da Giancarlo Giorgetti, già ribattezzato il Tatarella delle Lega? D'altronde nel centro sud la Lega Nord in versione Noi con Salvini non ha sfondato, anzi. Quello che doveva essere un nuovo sbarco dei Mille si potrebbe trasformare quasi in una campagna di Russia. NcS troppo spesso ha proprio rinunciato a presentare liste ed eleggere quei consiglieri necessari per attecchire davvero sul territorio. D'altronde però anche la prima Lega o lo stesso M5S, all'inizio partirono con risultati non a due cifre. Ma la volontà di crescere c'era. 

Forse qui, invece, qualche coordinatore locale ha preferito non rischiare per preservarsi in vista delle politiche. Altri però parlano di boicottaggio voluto. Di fatto, molti di coloro che all’inizio avevano creduto nel progetto se ne sono andati per qualche riciclato di troppo. Insomma, la Lega è rimasta Nord e di quella Nazionale ancora non v'è traccia. Se i sondaggi infatti indicano un Matteo Salvini forte, poi in realtà la popolarità non si traduce in voti. Ma i voti di destra stanno lì. Non li riescono a cogliere i Fratelli d'Italia, sui quali incombe sempre come una spada di Damocle ogni ipotesi di sbarramento al 3, 4 o 5%.  Alcuni sono finiti a Grillo e presto saranno prossimi al rientro, scongelati dai Raggi di un sole in spegnimento. Tanti però sono finiti nell'astensionismo. Eppure Alleanza Nazionale riuscì ad essere anche il terzo partito italiano: sei milioni di voti, quasi il 15,7%, a livello nazionale e soprattutto proprio nel centrosud, ove Noi con Salvini stenta. Un'enormità di consenso che farebbero di Salvini il Fini dei tempi d'oro.

Lo hanno capito in tanti, che come i Re Magi ora arrivano con i loro doni.  A Salvini starà capire dov'è il pacco, il doppio pacco e il contropaccotto. Tra poli sovranisti, fronti identitari, azioni nazionali, destre e rive destre, patria e mille patrie, tutti però potrebbero risultare utili alla causa. E allora, invece che lanciare un 'Noi più Voi con Salvini', potrebbe spuntare quel “tutti con Salvini”, ossia un arcipelago, una federazione di mondi, movimenti, comunità che si potrebbero ritrovare sotto una comune bandiera. Quella di Salvini, centro di gravità degli atomi della destra e quindi in una veste di confederatore.

 

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