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Politica
Salvini, la svolta responsabile: proposto un tavolo di sicurezza nazionale

Matteo Salvini veste i panni del responsabile. A poco piu' di un mese dallo spartiacque delle elezioni regionali emiliano-romagnole del 26 gennaio, a sorpresa, il capo leghista cambia strategia: smette di chiedere le politiche anticipate, sotto la pressione delle vittorie alle Regionali e, a Milano per il 'no tax day' lumbard, apre al dialogo con i partiti di maggioranza e chiede un "comitato di salvezza nazionale" che affronti le emergenze del Paese. In sostanza quanto aveva proposto il suo vice Giancarlo Giorgetti circa un mese fa a Milano nel corso di un dibattito con il sindaco Giuseppe Sala. Proposta allora accolta con scarso entusiasmo dallo stesso Salvini, che poi pero' aveva aperto sulla possibilita' di dialogo circoscritta alla riforma della legge elettorale. Ora il capitano sospende la modalita' 'attacco' al governo e sposa la proposta giorgettiana di una sorta di costituente su quattro-cinque urgenze che il Paese deve affrontare: risparmio, infrastrutture, burocrazia, politiche di crescita e tutela della salute. Il tema su cui si 'consuma' il cambio di strategia di Salvini e' quello della crisi della Banca popolare di Bari, che, dopo l'Ilva, sta provocando forti tensioni nel governo e rischia di mettere in ginocchio una Regione come la Puglia che, peraltro, il centrodestra conta di 'strappare' al centrosinistra nelle regionali della prossima primavera. "Se vogliamo salvare l'Italia fermiamoci e mettiamoci attorno a un tavolo con un comitato di salvezza nazionale. Senno' questi fanno fallire una banca al giorno e scappare un'impresa al giorno e questo da italiano non l'accetto", scandisce. "Faccio un appello a tutti quelli che hanno a cuore il futuro dell'Italia, fermatevi, fermiamoci. Sediamoci attorno a un tavolo. Scegliamo alcuni interventi urgenti comuni, ridisegniamo le regole, salviamo il Paese che altrimenti rischia di affondare". Nel suo entourage giurano che si tratti di un mutamento reale. "Non e' una maschera", spiegano, "Matteo ha la consapevolezza che il Paese sta esplodendo. Questi al governo non reggono, e' un esecutivo imbarazzante, non sono in grado di gestire alcunche'. Matteo e' preoccupato per il Paese. Non vuole essere quello che se ne frega di tutto pur di andare a votare. Che si voti tra tre mesi o tra un anno non gli importa".

 "Chiedo al signor Conte di smettere di insultare, di minacciare querele, sediamoci, ragioniamo di cosa serve all'Italia, scriviamo le regole base e torniamo a votare", dice, quindi, a sorpresa, Salvini da Milano. "Se rischia di saltare una banca come la popolare di Bari e ci sono i licenziamenti all'Ilva, rischia di saltare un'intera Regione e con lei l'Italia", avverte. "Stiamo vivendo un momento drammatico in cui dovrebbero fermarsi, smetterla di far polemica e chiediamo di sedersi tutti intorno a un tavolo a riflettere sui rischi che l'Italia sta vivendo", aggiunge. "Se vogliamo salvare l'Italia, fermiamoci e mettiamoci attorno a un tavolo con un comitato di salvezza nazionale. Senno' questi fanno fallire una banca al giorno e fallire un'impresa al giorno e' questo da italiano non l'accento. Se salta la Popolare di Bari, salta Puglia e salta l'Italia". "Noi chiamiamo tutti attorno al tavolo, da Leu a FI, e vediamo" perche' "la situazione e' molto grave e lo steccato opposizione-maggioranza merita di essere superato". Se arrivera' una risposta positiva, la Lega "e' pronta" gia' da "lunedi'". L'ex ministro individua "5 emergenze: risparmio, infrastrutture, burocrazia, politiche di crescita e tutela della salute". Con questa proposta, aggiunge, "la Lega va oltre l'interesse politico e partitico di parte e si mette in gioco". In sostanza, "ci mettiamo attorno a un tavolo, riscriviamo le regole del gioco. In un mese condividiamo le cose su cui siamo d'accordo". "Puo' esserci un comitato di salvezza nazionale, sospendendo per un tempo breve e necessario attacchi, ostilita' e polemiche perche' l'Italia viene prima degli interessi di partito". All'appello, secondo il leader della Lega, "possono esserci due risposte: si', e noi ci siamo da lunedi', la Lega e' pronta senza rivendicare meriti. Oppure no, ci riproveremo ma e' un grido di aiuto". "Vediamo chi avra' voglia di raccogliere questa proposta umile, fatta dal primo partito di questo Paese momentaneamente all'opposizione. Non parlo solo ai partiti, ma ai rappresentanti delle forze politiche economiche e sociali". "Non mi interessa avere la Lega al 30% e il centrodestra al 50% e vincere in tutte le Regioni mentre il Paese si scioglie".

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