A- A+
Politica
Salvini, uomo solo al comando. Dov’è il partito di “lotta e di governo”?
Matteo Salvini

L’opposizione è assente, con il Pd e la sinistra nel tunnel, incapaci di trovare una via d’uscita a una crisi politica e di leadership mai così pesante dal dopoguerra a oggi. Ma l’attacco al governo c’è. E c’è, da più fronti, l’attacco a Matteo Salvini, deus ex machina del nuovo esecutivo gialloverde. Ad ogni tentativo di svolta politica, puntuale e inquietante, torna in campo la lunga mano di componenti della magistratura politicizzata. L’atto d’accusa del procuratore di Agrigento Patronaggio contro il ministro dell’Interno sul caso Diciotti potrebbe non essere un caso isolato e specifico. Idem per quel che riguarda il fronte economico-finanziario con la ricomparsa delle “agenzie”, stavolta l’agenzia Fitch che in una nota conferma il rating BBB dell’Italia rivedendo però al ribasso l’outlook da “stabile” a “negativo” dopo l’impennata dello spread a quota 290, poi ripiegato in chiusura a 288. Gli analisti di Fitch tornano sul debito pubblico che rimarrà “molto elevato” lasciando l’Italia “più esposta a potenziali schock” paventando rischi per il Paese legati alle tensioni all’interno del governo e alla “natura nuova e non collaudata dell’esecutivo, alle considerevoli differenze politiche fra i partner della coalizione e alle contraddizioni fra gli elevati costi dell’attuazione degli impegni presi nel Contratto e l’obiettivo di ridurre il debito pubblico. Non è chiaro come queste tensioni politiche saranno risolte”. Già. Mentre pare assai chiaro l’obiettivo di interferenza politica di chi dovrebbe essere super partes. Poi, non ultimo, c’è il fuoco ad alzo zero dei media (giornaloni e tv) contro il governo, con Salvini al centro del mirino: una azione non solo di discredito politico e personale dei singoli protagonisti ma di costruzione di un clima avvelenato, evocando addirittura gli spettri da “guerra civile”. Sono solo tre esempi, su terreni diversi e autonomi fra loro, che - direttamente o no, con o senza regia – tendono a spingere le forze politiche contrarie al M5S e alla Lega affinchè agiscano. Come? Usando ogni mezzo consentito e forse di più. Se il “fu” Veltroni si rifà vivo: “C’è una destra estrema, è l’ora di una nuova sinistra”; se l’inutile segretario del Pd, Martina (persino le feste de l’Unità sono ovunque un flop, specchio di un partito accartocciato) emula… Lenin: “Milano insegna, il 29 settembre a Roma grande manifestazione nazionale contro il governo dell’odio”; se persino dai radical-chic giungono appelli per un “fronte democratico” (o Fronte Repubblicano) multicolore anti governo e anti Salvini – dalla sinistra extra parlamentare alla destra estrema – ciò vuol dire che gli sconfitti alle urne temono il “nuovo” cercando una rivincita per altre vie. Opporsi e manifestare è un diritto costituzionale. Tuttavia nella prima Repubblica mai il Pci, spesso in piazza con milioni di persone, basò la propria opposizione sull’odio contro la Dc e i suoi alleati cercando invece di convincere gli italiani sulla bontà della propria proposta politica alternativa. Oggi l’architrave del governo è Salvini. Per gli “anti governativi” è quindi Salvini da mettere “out”. Osso duro, Matteo è stato ed è sul pezzo rispondendo fin qui colpo su colpo, aumentando il proprio consenso popolare: “ Più mi indagano – ha ribattuto ieri il vicepremier in un suo comizio a Conselve nel padovano – più mi viene voglia di ripulire questo Paese”. A testa alta, petto in fuori, idee chiare. Ma tutto ciò basta? Salvini non è già al limite sovrapponendo il ruolo di leader della Lega con quello istituzionale di ministro dell’Interno? Al di là della crisi del Pd e della sinistra-minestrone, il gioco si farà presto più duro venendo al pettine – oltre la mina vagante dell’immigrazione – i nodi mai sciolti dell’economia, del lavoro, dell’Europa, della sanità, della giustizia, della scuola, delle infrastrutture ecc., insomma di quell’Italia reale così malmessa e mal ridotta dai governi passati e proprio da quei partiti puniti dagli elettori, che oggi gridano “al lupo al lupo!”. Non si può cadere nella trappola di chi spinge all’odio e allo scontro fra italiani. Ma sarà lotta dura. Basteranno la lucidità politica e l’attivismo personale di Salvini, la sua presenza sui social, la spinta solidale dei fan di Pontida? In un governo di cambiamento serve una incessante azione politica per nuovi schieramenti unitari, per nuovi indirizzi politici (il nuovo centrodestra moderato?), per superare davvero la crisi politica, economica e morale. Serve un intreccio fra l’azione del governo (in primis ciò che fa Salvini), l’iniziativa politica di partito, il rapporto diretto con i cittadini. La leadership è fondamentale. Ma una persona sola non basta. Serve un partito vero, espressione della realtà e strumento per la sua trasformazione. Il partito di “lotta e di governo”. Dov’è?

Commenti
    Tags:
    salvini lega





    in evidenza
    Affari in rete

    Guarda la gallery

    Affari in rete

    
    in vetrina
    Djokovic re del tennis e del vino: "Produciamo syrah e chardonnay"

    Djokovic re del tennis e del vino: "Produciamo syrah e chardonnay"


    motori
    Ayrton Senna Forever: Omaggio al Campione al MAUTO

    Ayrton Senna Forever: Omaggio al Campione al MAUTO

    Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Angelo Maria Perrino - Reg. Trib. di Milano n° 210 dell'11 aprile 1996 - P.I. 11321290154

    © 1996 - 2021 Uomini & Affari S.r.l. Tutti i diritti sono riservati

    Per la tua pubblicità sul sito: Clicca qui

    Contatti

    Cookie Policy Privacy Policy

    Cambia il consenso

    Affaritaliani, prima di pubblicare foto, video o testi da internet, compie tutte le opportune verifiche al fine di accertarne il libero regime di circolazione e non violare i diritti di autore o altri diritti esclusivi di terzi. Per segnalare alla redazione eventuali errori nell'uso del materiale riservato, scriveteci a segnalafoto@affaritaliani.it: provvederemo prontamente alla rimozione del materiale lesivo di diritti di terzi.