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Politica
Covid, la corruzione determina le cure. Si mangia fino al 25% della sanità

In epoca di pandemia globale l’ansia dei cittadini è concentrata sulla speranza che un nuovo farmaco debelli il Coronavirus, arrivi una cura o sia pronto un vaccino. Ma un altro fattore orienta le scelte di una società: la corruzione, lo dicono i numeri e le condizioni tecniche. E più le condizioni sono simili a quelle che stiamo vivendo con la pandemia da Coronavirus e più cresce ed è determinante. Oggi la corruzione è diventata uno strumento che usano come una clava i politici, più o meno populisti, per eliminare i propri avversari. Ma la corruzione esiste davvero e cresce anche con l’aumentare della demagogia.

 

Che questa sia un fattore determinante delle scelte sanitarie lo spiega in uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Lancet la ricercatrice e dottoressa peruviana, Patricia J García, professore associato del Dipartimento di salute globale all'Università di Washington, della School of Public Health della Tulane University, direttrice del programma nazionale peruviano di epidemiologia, consulente dell'OMS, ex preside della School of Public Health dell'Università Cayetano Heredia (UPCH) di Lima-Perù, ex capo dell'Istituto nazionale peruviano di salute (INS) e ministro della Salute in Perù dal 2016-2017.

 

La tesi dello studio, pubblicato nel dicembre 2019 dal titolo, “Corruzione nella salute globale: il segreto aperto” è che la corruzione sia integrata e sistemica nel settore sanitario, può far sparire fino al 25% dei budget ma per quanto tutti ne siano consapevoli nessuno neanche ne discute apertamente. Questo fa si che un fattore diventi preponderante e non un elemento secondario inevitabile, come in tutte le cose umane.

 

Sono tre le variabili determinanti: 1) il monopolio (M) sulla fornitura di un bene o servizio; 2) la discrezione (D) di cui godono i fornitori; 3) la responsabilità del fornitore (A) verso gli altri. Con un gioco di sintesi la corruzione (C) potrebbe essere espressa come la somma e la sottrazione dei fattori in campo: C = M + D - A.

 

Il problema non è la concentrazione del potere ma quanto questi si manifesti in modo discrezionale e fuori da controlli reciproci ed estesi anche a soggetti non direttamente in campo. E più la rete di discrezionalità si sviluppa, dai gradi più alti a quelli più bassi, il sistema trova meccanismi di funzionamento in ogni meandro. Coadiuvati dalla mancata trasparenza dei dati e dall’asimmetria delle informazioni, detenute da pochi, un sistema sanitario così congeniato, che orami è simile in ogni Paese, diventa difficile da intaccare.

 

Maggiore è il potere discrezionale di coloro che controllano l'offerta di un bene o servizio e minore è la loro responsabilità nei confronti degli altri; pertanto la quantità di corruzione sarà maggiore. Se consideriamo l'invecchiamento della popolazione, le spese sanitarie globali elevatissime e in aumento, l’ipercomplessità del sistema (visto che interagiscono moltissimi attori: regolatori, pagatori, fornitori, consumatori e fornitori), una spesa pubblica elevata, ci troviamo in una sorta di cul-de-sac che si perpetua sempre uguale a sé stesso e da cui è difficile uscire.

 

“Ho vissuto tutta la mia vita circondata dalla corruzione, che è stata vista da molti come lo status quo”, scrive Garcia, “ma anche se è l’ostacolo più importante raramente se ne parla apertamente. La corruzione è una pandemia ignorata”. E’ un tabù.

 

Eppure basterebbe mettere in campo delle regole chiare per tutti e una trasparenza netta nelle attività degli operatori per debellare la massa delle attività incriminate. Queste pratiche potrebbero risultare più importanti oggi con la pandemia del Coronavirus, soprattutto al superamento della prima fase di emergenza. Bisogna migliorare la gestione finanziaria con elementi di comprensibilità, gestire in modo chiaro i conflitti di interesse, premiare le politiche di trasparenza penalizzando gli atti di corruzione, coinvolgere le comunità estese utilizzano in modo sistematico piattaforme tecnologiche per la sorveglianza dei processi e rendendo pubblici e sistematizzati i modelli che identificano profili di frode o abuso. Ma continua a non essere fatto.

 

Eppure, secondo i dati Ocse, un quinto dei soldi spesi in sanità in Europa finisce in sprechi, abusi o comportamenti illeciti. “Si stima che il mondo spenda più di 7 trilioni di dollari in servizi sanitari e che almeno il 10-25% della spesa globale viene persa direttamente a causa della corruzione, che rappresenta centinaia di miliardi di dollari persi ogni anno”, scrive la dottoressa García. Numeri ed esempi che andrebbero elaborati e discussi al fine di non sprecare risorse e ridurre il più possibile un problema strutturale che orienta sempre di più le nostre scelte come società.

 

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