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Politica
Sardegna, spoglio concluso: a Solinas il 47,8%. Sassari, via il sindaco Pd
Christian Solinas (foto Lapresse)

Elezioni Sardegna 2019: la conclusione dello spoglio per eleggere il governatore e il nuovo Consiglio regionale

Concluse le operazioni di scrutinio nelle 1840 sezioni della Sardegna, dove si e' votato per eleggere il governatore e rinnovare il Consiglio regionale. Il candidato del centrodestra Christian Solinas vince con il 47,8%, (363.946 voti), mentre Massimo Zedda (Centrosinistra) arriva al 32,9% (250.560 voti). Terzo Francesco Desogus (Movimento 5 Stelle) con l'11,1% (85.046 voti).

I dati ufficiali relativi sono ora alla verifica degli uffici centrali circoscrizionali presso i tribunali. Seguono a distanza gli altri candidati governatore Paolo Maninchedda (Partito dei Sardi) con il 3,34% (25.478 voti), Mauro Pili (Sardi Liberi) con il 2,30%, (17.568 voti), Andrea Murgia (Autodeterminatzione) con il 1,82%, (13.907 voti) e Vindice Lecis (Sinistra Sarda) con lo 0,60%, (4.275 voti). Le schede bianche sono state 6.880, quelle nulle 810, mentre quelle contenenti errori e quindi con voti nulli 15.131.

Intanto, si e' dimesso nel pomeriggio il sindaco di Sassari Nicola Sanna, candidato per il Consiglio regionale nel Pd nella sua citta', e non eletto domenica scorsa. L'esponente dem era comunque arrivato alla fine del suo mandato: a Sassari si vota per le comunali la prossima primavera. "Devo prendere atto che l'azione di lungo logoramento della mia figura ha sortito gli effetti sperati", scrive Sanna nella lettera in cui spiega le ragioni della sua decisione, senza risparmiare critiche al suo partito.

"Il deludente risultato elettorale nella competizione regionale di domenica scorsa, sebbene contestualizzato in un quadro di grande difficolta' politica del Pd e del centrosinistra, mi porta a dover responsabilmente prendere atto della conclusione della mia attivita' politico-amministrativa". "Avevo dato la mia disponibilita' a contribuire alla competizione elettorale, ben conscio della chiara presa di posizione della maggioranza del Pd che si dichiarava indisponibile a proporre la mia ricandidatura a sindaco della citta'", spiega Sanna. "Come per le primarie del 2014 mi sono rimesso al giudizio degli elettori. Ne prendo serenamente atto".

"Le elezioni di domenica scorsa rappresentano una svolta storica per il popolo sardo", evidenzia il primo cittadino dimissionario, inoltrandosi in un analisi del voto di domenica. "Le politiche nazionaliste e piu' reazionarie promosse dalla Lega Nord hanno trovato proseliti presso un quarto degli elettori sardi e un'altra meta' circa non e' piu' interessata alla partecipazione politica e democratica. L'insieme delle difficolta' economiche delle famiglie, causate dall'assenza di lavoro e di prospettive reali di ripresa, ha incattivito gli animi nei confronti di chiunque si assuma una responsabilita' di governo. Governare in questo decennio di crisi economica, che si porta con se' la crisi della politica, dei partiti e dei movimenti, e' davvero difficile, e la fluttuazione dell'elettorato partecipe sta a dimostrare l'entita' del disorientamento".

"A tutti noi e a me per primo", prosegue Sanna, "e' spettato l'onere di contribuire al tentativo di fermare questa ondata reazionaria, insieme a tanti sindaci del centro sinistra in Sardegna. Diverse condizioni, tuttora presenti, di divisione di questo fronte hanno ancora una volta pesato sull'esito finale. Coloro i quali hanno tentato di sfilarsi dalla condivisione di un'azione di governo regionale, certamente al di sotto delle aspettative ma non disastrosa (come preferiscono definire superficialmente gli avversari) sono stati comunque giudicati negativamente dall'elettorato".

"Per quanto attiene al Pd sardo e locale", critica il sindaco dimissionari, "fin dai primi anni di governo regionale e comunale, abbiamo dovuto scontare un'assenza di proposte politiche e programmatiche, nonche' un vuoto di direzione politica all'altezza della prova di governo in atto. A Sassari poi, l'onda del rinnovamento determinatasi con le primarie, e' stata contrastata in modo a dir poco violento da parte dei ceti politici dominanti. Ho profuso tutto l'impegno e la pazienza politica per ricucire i rapporti interni, sacrificando anche personalita' elette, pur di garantire un'azione di governo che fosse partecipe e condivisa". "Rassegnando le mie irrevocabili dimissioni", conclude Sanna, "lascio quindi I'incarico di sindaco, del resto giunto ormai alla sua conclusione naturale, all'indomani di un risultato elettorale dal quale altri potranno ripartire".

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