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Politica
Saviano condanna gli indagati del Pd campano, ma autorevoli giudici...

"A Palazzo Teti Maffuccini, di Santa Maria Capua Vetere, Giuseppe Garibaldi accolse il documento di resa delle truppe borboniche. Ora quel palazzo sembra accogliere la resa del Pd al meccanismo criminale".
Parole dure, quelle di don Roberto Saviano, contro i dirigenti del PD campano il cui ex presidente, don Stefano Graziano, è inquisito per concorso esterno in associazione camorristica. Ma lo scrittore campano, prima di squalificare il partito di Renzi, dovrebbe leggere, con attenzione,

LA REQUISITORIA DEL CONSIGLIERE, dott. Francesco Mauro IACOVIELLO,

svolta il 9 marzo del 2012, davanti alla quinta sezione penale, imputato don Marcello dell'Utri, ex senatore di Forza Italia, attualmente detenuto nel carcere di Parma

1. Premessa. 

"Non si tocca il fatto, se non nella misura in cui si tocca il diritto.

In altri termini, non si intende contestare ciò che dicono i "pentiti",

Non si valutano le prove e non si prospettano ricostruzioni alternative.

Anzi, si prende -faticosamente- per vero tutto ciò che hanno detto.

I fatti sono quelli. Ma quali?

Gli anglosassoni parlano di teoria del caso per indicare la sintesi logica del fatto incriminato.

Un public prosecutor statunitense riassumerebbe così il caso: “te la sei fatta con i mafiosi e hai procurato, per tanti anni, un sacco di soldi alla mafia. Se non è concorso esterno questo… Dove è il problema?”.

Il problema c’è.

2. L’imputazione che non c’è. 

C'è un capo di imputazione, che riempie quasi una pagina.

Ebbene, dopo averlo letto, possiamo metterlo da parte.

Lì dentro non c’è il fatto per cui l’imputato è stato condannato.

Quell’imputazione è un fiore artificiale in un vaso senza acqua.

Ma non ci doveva essere una pronuncia di assoluzione per quelle imputazioni dal momento che era emerso (in base all’attività integrativa) un fatto nuovo ?

In questo processo, la cosa più difficile è trovare l’imputazione.

Bisogna andarsela a cercare nelle pagine del processo.

Estrarla da una mezza frase, da un verbo, da un sostantivo. 

E’ un processo ad imputazione diffusa.

Le cripto-imputazioni, le imputazioni implicite, le imputazioni vaghe sono state poste al bando dal giusto processo.

Se c’è un imputato, ci deve essere un’imputazione.

Qui abbiamo un imputato, un reato. Ma non un’imputazione.

O meglio, un’imputazione liquida. Per una condanna solida.....".

La domanda è : ci sono prove concrete del "concorso esterno" di Graziano al clan dei Casalesi?
Oppure l'ex deputato democrat è indagato per un reato, in cui manca la contestazione di una specifica condotta illecita? 
Insomma, c'è un'impostazione liquida che, sinora, ha contribuito a far condannare, eticamente, da compagni e avversari, l'ex Presidente del Pd campano ? Senza dimenticare che don Nicola Cosentino, ex deputato di Forza Italia, nemico di Saviano, è da 3 anni 3 in carcere per il reato, contestato a Graziano e bocciato dal dottor Iacoviello.
Don Roberto Saviano rifletta anche sulla recente decisione di donna Gaetana Bernabò Distefano, che scelse il non luogo a procedere nei confronti dell'editore e direttore de "La Sicilia", don Mario Ciancio, considerando il concorso esterno un reato insufficiente per stangare un imputato. Spiegò la gip di Catania : "Il concorso esterno è una figura, che si potrebbe definire quasi idealizzata, nell'ambito di un illecito penale così grave per la collettività....Si impone, dunque, una rivisitazione della materia".
Attendiamo risposte da Saviano a meno che egli, come il presidente dell'ANM, Piercamillo Davigo, ritenga che, per la maggioranza dei politici, la strada obbligata è la cella, con catenaccio a tripla mandata, ritenendo che Graziano, come tutti gli indagati, sia colpevole fino a prova contraria..
Pietro Mancini

Tags:
savianosaviano pd campano





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