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Politica
Schlein e Conte sperano (inutilmente) nel ribaltone

Schlein e Conte sperano (inutilmente) nel ribaltone. Non riescono ad accettare la sconfitta alle politiche del 2022

Nuovo anno vecchi vizi. L’opposizione sconfitta alle urne cerca in ogni modo di scardinare istituzionalmente il governo e politicamente la maggioranza, ma inutilmente.

Ed ogni giorno cerca di sfruttare qualcosa nel vano tentativo di governare senza consenso, un giochetto che in effetti gli è riuscito diverse volte, evitando quella fastidiosa incombenza democratica che si chiama elezioni. Un giochetto che stravolge la volontà espressa dagli elettori e a cui la proposta di elezione diretta del premier -presentata da Giorgia Meloni- metterebbe finalmente fine.

Il sogno è quello di una divisione alle prossime Europee della maggioranza di centro-destra. Nell’immaginario fiabesco di Elly Schlein, Giuseppe Conte e minori ci sarebbe infatti questo Graal da conquistare e cioè una divisione che farebbe cadere il governo ancor prima di giungere alle Europee previste per il giugno del 2024.

Ed ecco che la Schlein e Conte, passano le loro notti guardando la luna e pensando, “con il favore delle tenebre”, di fare il solito ribaltone, il solito colpaccio che hanno giocato già tante volte agli elettori che votano una coalizione e se ne trovano improvvisamente un’altra a governare. Intanto bisognerebbe dire che uno dei due, Giuseppe Conte, non ha un vero programma politico, del resto in linea con la filosofia “situazionista” di un Movimento populista che dice tutto e il contrario di tutto al solo scopo di ghermire il potere.

Infatti, quando può, l’ex premier gioca tiri mancini agli “alleati”. Ad esempio sul recente voto sul Mes ha votato con la destra (pur attaccandola), ma la coerenza non è una virtù che riguarda il Movimento, visto che ha governato sia con la Lega, nel governo giallo – verde, sia con una volta l’odiato Pd, nel governo giallo – rosso per poi passare, come se nulla fosse, a sostenere Mario Draghi, un tempo odiatissimo.

E poi il centro – destra non ha l’anello al naso e in questa ottica Salvini e la Meloni hanno un piano chiaro e perfettamente delineato e cioè in Italia si sta uniti e compatti e poi per le Europee si dà spazio alle eventuali diverse sensibilità politiche, pur in una ottica di compattezza di fondo.

Quello che la Schlein e Conte dimenticano è che la Meloni ha guidato da sola per cinque anni l’opposizione nazionale mentre a livello locale il centro – destra è andato sempre unito ed ha pure vinto. Quindi non c’è trippa per gatti. Per cui non gli sarà rimanere unito questo primo semestre per poi riprendere con maggior vigore la propria azione politico – istituzionale, dopo le Europee. Ed allora pare un po’ patetica una opposizione che recita il copione di trovare in continuazione uno spunto per attaccare: prima il Mes (in cui divisa è stata la sinistra), poi l’Anas (in cui le responsabilità sono dei governi precedenti), poi a corrente alternata Delmastro ed eventi similari.

Insomma, il centro-sinistra più sgangherato della storia repubblicano non riesce proprio ad accettare di aver perso le elezioni e le prova tutte per trovare le solite scorciatoie.

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