Lega, scoppia il caso Veneto. Autonomia, l'ira di Zaia per i ritardi
Salvini sfonda al Sud ma rischia di perdere pezzi al Nord
Di Alberto Maggi
Va bene aver triplicato I voti in Basilicata ed essere quasi il primo partito in una Regione del profondo Sud ex roccaforte della sinistra. Ma per la Lega di Matteo Salvini ci sono seri problemi problemi molto più a Nord. Luca Zaia - secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it - è sempre più in sofferenza per il ritardo nell'attuazione dell'autonomia regionale. Dal referendum plebiscito è passato un anno e mezzo e tutto tace. Il Governatore ex ministro dell'Agricoltura si spreca in telefonate e sms a Salvini e Giorgetti per cercare di accelerare l'iter dell'autonomia e ogni giorno i consiglieri regionali veneti sui giornali locali lanciano strali e minacce qualora la situazione non si dovesse sbloccare a breve.
È vero che la Lega ha cancellato il Nord e la Padania ma il federalismo resta nel DNA del partito e il Veneto è la Regione, in vista delle Europee, dove il Carroccio vanta le percentuali più alte. Salvini continua a dire che è meglio prendersi un po' di tempo in più ma fare bene l'autonomia, la realtà è che il Veneto, da Zaia all'ultimo dei militanti, ha finito la pazienza. E questo inizia davvero ad essere un serio problema per il vicepremier leghista, molto più della Cina e dell'ipotesi di Flat Tax.
L'anno prossimo il Veneto torna al voto in primavera e Zaia non può assolutamente ricandidatura senza aver portato a casa l'autonomia, anche se annacquata rispetto alle richieste iniziali. Problema che non c'è in Lombardia dove Attilio Fontana, eletto nel 2018 con le Politiche, non ha scadenze elettorali imminenti. Domenica sera a Treviso Salvini ha cercato di rassicurare il popolo veneto e la base ma sa che serve e alla svelta un accordo con i 5 Stelle. O il rischio è quello di sfondare nel Mezzogiorno ma perdere pezzi al Nord.
Commenti