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Politica
Se antifascismo diventa intolleranza

 

L'ultima polemica in ordine di tempo ha riguardato un paio di parastinchi indossati dal giocatore dell'Inter Cristiano Biraghi. Un uragano di insulti via web dai professionisti dell'odio che sempre più si nascondono sotto la troppo facile ed abusata bandiera dell'antifascismo sono piovute sul giocatore reo di aver usato parastinchi con supposte effigi fasciste. L'immagine di un elmo spartano, simbolo caro al giocatore, fan del film Trecento. Quanto alla scritta "Vae Victis" - secondo lo storico Livio, pronunciata dal condottiero dei galli senoni Brenno nel 390 a.C. - sarebbe vissuta dal giocatore come un'incitazione a vincere. Povero Biraghi che ha dovuto spinto dalla società immediatamente giustificarsi di fronte non si a quale colpa, se non quella di avere osato solo ricordare seppur lontanamente un passato certamente triste e buio, ma che appunto tale è destinato a rimanere. E singolare che la medesima cosa non avvenga in Germania, patria del nazismo. Mai a livello politico si ricorda qualche polemica in cui venisse rievocato il periodo del nazismo. Mentre in Spagna proprio quando sulla scena si affaccia un partito di destra come Vox in grado di raccogliere grandi consensi insperati, ecco cominciare una caccia alle streghe per salvare il paese dai nuovi eredi di Franco.

Addirittura Sanchez aveva pensato alla creazione di una sorta di cordone sanitario per non permettere a Vox di accedere ai posti che le spettavano nell'ufficio di presidenza della Camera. Questo non è forse razzismo o privazione della legittima libertà di pensiero..? In Italia ogni minima scusa pare buona per tirare fuori il pericolo nero e accusare avversari politici di commistioni o influenza con il periodo fascista. Ne sa qualcosa la sempre più convivente Giorgia Meloni, che oltre a dover combattere con il pregiudizio di essere donna, le tocca pure difendersi dalle accuse di essere una sorta di nipotina dei gerarchi. Non conta quello che si dice e quello che si fa. Si ha una sorta di marchio ( tanto per restare a qualcosa tristemente noto sotto il periodo nazista e fascista verso i poveri ebrei) solo perché magari si ha un atteggiamento più duro verso temi quali la sicurezza, l'immigrazione senza controllo o il rispetto delle libertà personali, che spesso vengono lesi proprio da gruppi legati alla estrema sinistra o a gruppi similanarchic.

Nell'ultimo bel libro di Bruno Vespa, che non a caso è dedicato proprio a questo argomento, il ministro della cultura Franceschini ha candidamente paragonato il governo giallorosso a quello di Facta che fu il preludio a quello Mussoliniano. Beh il fatto che un importante dirigente del PD si lanci in un simile paragone, indica probabilmente due cose: la prima è che si ha una irrefrenabile paura di Salvini e del centrodestra che avanza e la seconda è che non si ha la minima idea di come combatterla sul campo delle idee e perciò si evoca la paura del ritorno ad una sorta di dittatura, che fa spesso da collante tra chi ha povertà di idee e che per questo tende ad accusare l'avversario di essere comunque peggio di lui. Ma non si va lontano se come unica arma di lotta politica si usa la paura e lo spettro di un ritorno ad un passato, fortunatamente morto e sepolto, e che mai potrà tornare, come ben spiega Bruno Vespa nella sua ultima fatica letteraria. La causa scatenante di questa nuova ondata di odio antifascista, come appunto ha apertamente detto Franceschini a Vespa, ha un nome ed un cognome: Matteo Salvini.

La sua improvvisa ascesa lo ha di fatto reso il facile bersaglio di tutte le paranoie, gli isterismi, le contraddizioni e le debolezze che pervadono la sinistra da oltre un decennio. Quando non si sa come fermare il "nemico" questa sinistra, che lei si non riesce a liberarsi di tutto quel mondo che orbita intorno ai centri sociali e all'estremismo di sinistra, lo addita al pubblico ludibrio come pericolo fascista. Stessa cosa era accaduta nel 1993 a Silvio Berlusconi, quando "sdoganò" Giuanfranco Fini e l'Espresso subito coniò una copertina con l'immagine del "cavaliere nero" con fez e camicia in tinta. Gli anticorpi che ha creato la nostrra democrazia in oltre settanta anni rendono immuni il paese da qualsiasi ipotetica idea fascista.Grazie a Dio quel passato è passato e mai tornerà, ed è perciò stucchevole questa polemica manichea fra i buoni antifascisti e i cattivi di destra.

Qualche benpensante fa riferimento, per gioustificare che occorre rimanere vigili di fronte ad un ipotetico risveglio della ideologia fascista, alla presenza di estremisti di destra in alcune curve calcistiche oppure alla presenza di Forza Nuova fra le forze politiche. Per quanto riguarda le curve, fra tutte le nefandezze che vengono commesse da questi professionisti della violenza e dello spaccio, che animano le curve la domenica, qualche saluto romano fatto da imbecilli, che nemmeno sanno cosa significhi probabilmente, non aggiunge nulla ai loro comportamenti già parecchio squalificanti, ma aggiunge solo del colore. Per quanto riguarda invece Forza Nuova, al di là di quello che si possa pensare delle loro idee, fino a prova contraria nessun organo della magistratura è fino ad ora intervenuto per impedire ai loro componenti di partecipare a libere elezioni o svolgere attività politica.

Poi c'è chi come la Lega non ha nessun problema ad accettarli liberamente alle proprie manifestazioni e chi invece come Fratelli d'Italia preferisce mantenere un'atteggiamento più distaccato. Non si capisce allora perché qualche benpensante o radical chic dovrebbe svolgere quella funzione, che per costituzione compete appunto solo ed unicamente alla magistratura.  Esiste da troppo tempo una sorta di idea che chi è di centrodestra debba per forza di cose avere qualche anelito recondito verso un regime dittatoriale, e sia comunque un nostalgico del pensiero fascista. A parte il fatto che, come spesso detto da analisti e filosofi della politica, anche la stessa contrapposizione destra e sinistra si dimostra sempre più obsoleta e andrebbe ormai riposta in cantina, non si capisce come si possa ancora imputare a chi come la Meloni, per esempio, è nata nella seconda meta degli anni 70, le colpe di fatti avvenuti quando lei era ancora in fasce o ancora non era nemmeno nata.

Sorge il dubbio allora che tutto ciò venga tirato in ballo pretestuosamente da una certa sinistra per combattere su un terreno che non è certo consono alla dialettica politica democratica, chi non la pensa come loro. Come giustamente si criticano i buu razzisti verso i calciatori di colore e come si criticano le vergognose offese lanciate a Liliana Segre via web, non si capisce perchè non provochino la stessa indignazione le offese che sono scaricate a tonnellate sia su Salvini che sulla Meloni, che quotidianamente pure vengono accusati odi essere il male assoluto proprio per il fatto di essere in qualche modo, a detta di questi e non si sa su quali basi, vicini a ideologie comuni al ventennio fascista. Perchè la morale è unica e la libertà di pensiero, se chiaramente è basata sul rispetto della legge, sul rispetto degli altri e sulla educazione, è sacra per tutti. Non esistono pensieri di serie A e pensieri di serie B. Sarebbe ora che qualcuno lo facesse notare una volta per tutte, perchè solo cosi si potra contribuire a stemperare quel clima di odio latente e strisciante, che sta da mesi minando le basilari regole del rispetto e del viver comune.

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