Se Corriere e Repubblica strizzano l'occhio al m5s a svantaggio di Renzi
Con la leadership del segretario dem "appannata", i grandi giornali si stanno forse gettando fra le braccia dei grillini?
Matteo Renzi "abbandonato" da Corrierone e Repubblica in favore del m5s. E' Ugo Finetti sul Sussidiario.net a operare quest'analisi puntuale e corroborata da vari indizi a suo favore.
I due più eclatanti sono, in primis, la spietata intervista di Carlo De Benedetti di qualche giorno fa, sottolineata anche da affaritaliani, nella quale si evince una linea non esattamente filorenziana, con un'aspra condanna nei confronti di Eugenio Scalfari per aver "preferito" ipoteticamente Berlusconi a Luigi Di Maio. De Benedetti arriva perfino a dire che la dichiarazione del fondatore di Repubblica ha "danneggiato il giornale".
Il secondo indizio rilevante lo fa notare Finetti, citando l'editoriale di Ernesto Galli della Loggia sul Corriere della sera. Della Loggia sottolinea la differenza "etica" fra il m5s e i partiti tradizionali, che - a detta sua - debbono fare pubblica ammenda ed evitare di presentare nuovamente i responsabili dello scempio perpetrato in tutti questi anni al Paese. Finetti li definisce "discorsi da bar". Discorsi "gentisti" potremmo chiamarli con il gergo dei social network. Se si aggiunge che il Corriere della Sera è di proprietà di Urbano Cairo, la cui linea editoriale su La7 è a dir poco "benevola" nei confronti del m5s, gli indizi di un certo peso diventano tre.
E' sicuro che, dopo la sconfitta referendaria, Matteo Renzi pare aver perso il polso della situazione, e si è avventurato di iniziativa in iniziativa, sempre o quasi fallimentari o comunque non convincenti. Delle polemiche sulla presunta "onda nera", per giunta, si avvantaggiano più che altro i grillini, e l'insidia del nuovo partito di Pietro Grasso potrebbe essere più pericolosa di quanto si creda.
Il m5s, in tutto questo, incontra Banche d'Affari e alti papaveri dell'imprenditoria e la paura del ritorno di Berlusconi (di cui Renzi è visto da molti come l'ideale erede) favorisce la fuffa pentastellata, che neppure le clamorose figuracce come quella di Laura Castelli a Otto e mezzo riguardo al referendum sull'euro sembrano riuscire a scalfire.
Il Corriere è sempre stato filogovernativo ed è alquanto propabile che fiuti l'aria grillina spirare sempre più vicina a Palazzo Chigi. La Repubblica ha infranto già da qualche tempo l'idillio con Renzi, e la posizione di De Benedetti ha ribadito un'evidente maretta con il segretario dem. Resta la variabile centrodestra e l'ascesa di Silvio Berlusconi nei consensi, forse l'unico possibile baluardo al salto nel vuoto che rappresenterebbe un governo pentastellato, con buona pace dei grandi giornali.