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Politica
Senato, spunta all'azzurra Bernini. E Salvini ottiene l'ok a Fedriga in Friuli

Ruota all'infinito la girandola di nomi sui presidenti delle Camere, ma c'è una data precisa - venerdì 23 marzo - entro cui si dovrà fermare e permettere alle assemblee di eleggere i successori di Laura Boldrini e Pietro Grasso, i cui nomi dovrebbero conoscersi già giovedì. Il rebus per ora non è risolto. M5S e Lega possono anche accordarsi sui presidenti però è alquanto improbabile che Matteo Salvini decida di rompere adesso con Silvio Berlusconi, tanto più che l'ex Cavaliere vuole essere della partita anche in vista del futuro esecutivo. Non è un caso, infatti, che i capigruppo azzurri aprano al dialogo con il M5S. Mentre i Cinquestelle proseguono con il secondo giro di consultazioni senza sostanziali novità - se non l'assicurazione ai partiti di minoranza che verranno scelte figure di garanzia - la Lega si prepara al confronto con la propria coalizione.

Come ha chiarito il capogruppo uscente al Senato Gianmarco Centinaio, per il Carroccio è necessario che della partita facciano parte tutti e, prima di chiunque altro, gli alleati Forza Italia e Fratelli d'Italia. Dirimente in questo senso sarà il vertice di oggi a Palazzo Grazioli da cui uscirà "la soluzione o la rosa di soluzioni", dei candidati alle presidenze che, in seconda battuta, uno dei tre leader - "verosimilmente Salvini" - presenterà al Movimento 5 Stelle per chiudere un accordo, "se sarà possibile", come sottolinea il capogruppo Renato Brunetta. Nel gioco delle varie combinazioni, è ancora in ballo al Senato il capogruppo uscente Paolo Romani, che non è visto male neppure dal Pd. La sua figura riprende quota, secondo Forza Italia, dopo l'altolà di Di Maio a condannati e indagati.

Stando a quanto riporta Brunetta, nel secondo incontro con gli azzurri, infatti, i capigruppo pentastellati non avrebbero più posto veti in tal senso, ma in una nota a fine giornata gli stessi smentiscono. Altro nome, gradito alla Lega e non sgradito al M5S, è quello di Giulia Bongiorno. L'avvocatessa, ex esponente di spicco di Futura e libertà con Gianfranco Fini, ha firmato la tregua con Berlusconi dopo aver difeso Niccolò Ghedini nel processo Ruby Ter. Ma, a Palazzo Madama, sono in crescita anche le quotazioni di Anna Maria Bernini (Forza Italia). Cedendo la Camera Alta a Berlusconi Salvini otterrebbe il via libera alla candidatura del leghista Massimiliano Fedriga alle imminenti Regionali in Friuli Venezia Giulia. Più sottotraccia il nome di Danilo Toninelli, neo capogruppo M5S.

Alla Camera, invece, dove va la preferenza dei Cinquestelle, si rincorrono i nomi di Riccardo Fraccaro (già candidato al ministero per le Riforme), del giornalista Emilio Carelli e di Roberto Fico che però potrebbe essere considerato una figura troppo radicale e soprattutto potrebbe non fare gioco a Di Maio qualora il leader Cinquestelle non riuscisse a diventare premier. I capigruppo Toninelli e Grillo assicurano che nessun partito di quelli incontrati nella seconda tornata di colloqui ha espresso "contrarietà" all'ipotesi che la presidenza di Montecitorio vada al M5S.

Per il Centrodestra resta comunque in pole position Giancarlo Giorgetti, apprezzato anche dai Dem. Oltre ai nomi dei presidenti delle Camere sono in gioco anche le vicepresidenze e gli altri componenti degli uffici di presidenza, vale a dire questori e segretario d'Aula. E qui potrebbe tornare in scena il Pd che attraverso il segretario reggente, Maurizio Martina, ha più volte sottolineato come a ruoli invertiti i deputati democratici sostennero Di Maio vicepresidente della Camera.

La stessa delegazione di Forza Italia ha detto ai capigruppo Cinquestelle, Giulia Grillo e Toninelli, che sugli uffici di presidenza l'accordo non può prescindere dal Partito Democratico e da Liberi e Uguali. Tra le ipotesi che si fanno strada in casa Dem per un'eventuale vicepresidenza c'è quella di Ettore Rosato. Ma Martina dopo l'incontro è stato chiaro: "Ci hanno parlato ancora una volta del metodo da usare per la scelta dei presidenti delle Camera, siamo d'accordo se c'è massima condivisione. Ma non hanno avanzato alcuna proposta concreta né fatto nomi. Rivedersi? Non credo, magari ci risentiremo".

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