Sicilia, Pd al 12%. L'incubo di Renzi e i legami con la legge elettorali
Sicilia e legge elettorale intrecciate. Renzi impone la fiducia per evitare il caos nel Pd
Perché Matteo Renzi ha deciso di accelerare sulla legge elettorale imponendo la fiducia anche al Senato nonostante diversi mal di pancia nel Pd e il no della sinistra di Articolo 1? Il Rosatellum 2.0 si intreccia a doppio filo con le elezioni regionali siciliane del 5 novembre. Al Nazareno girano previsioni a dir poco funeste. La pubblicazione dei sondaggi è vietata per legge, mancando meno di 15 giorni all'apertura delle urne, ma tra i renziani si aggira un doppio spettro: oltre al flop del candidato Fabrizio Micari, che potrebbe arrivare terzo (se non quarto) addirittura sotto il 20%, la paura è che come lista il Partito Democratico precipiti al 12%. Un risultato che equivarrebbe al minimo storico in Sicilia e che farebbe riesplodere le polemiche nel Pd.
Il timore del segretario è quello che, con il flop alle Regionali, riparta la richiesta da parte di fette consistenti del Pd (da Franceschini a Cuperlo, da Orlando a Calenda) di aprire il dialogo con Articolo 1-Mdp. Cosa che l'ex premier non vuole assolutamente nonostante le recenti aperture di Roberto Speranza. E quindi ecco perché ha deciso di accelerare sul Rosatellum 2.0 arrivando al via libera finale prima delle Regionali. L'obiettivo è evitare che l'incubo 12% per il Pd, ma anche se fosse 13 o 14 cambierebbe ben poco, scateni l'ennesimo terremoto nel Partito Democratico, mettendo a rischio l'approvazione della legge elettorale e il divorzio dagli ex "traditori" di Bersani e D'Alema.