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Politica
Silvio forever: dopo 23 anni ancora ago della bilancia della politica italiana

Ventitré anni dopo la famosa "discesa in campo", l'ottantunenne Silvio Berlusconi è più in forma che mai. Sorriso abbacinante d'ordinanza, ovunque arrivi il Cavaliere conquista riflettori, flash, sguardi ammirati dei presenti. Dopo qualche anno di più esigua esposizione, a seguito dell'annus horribilis, quel 2011 che lo vide perdere il trono lasciando spazio a Mario Monti e aprendo le porte al successo elettorale del m5s nelle elezioni del 2013, eccolo tornare protagonista sulla scena politica, trovandosi di fronte - paradossalmente - molti meno nemici di prima.

Già perché, con la minaccia di un governo del Movimento Cinque Stelle, perfino gli antiberlusconiani più accaniti ne hanno rivalutato la figura, aggrappandosi all'antico adagio: "Si stava meglio quando si stava peggio". Con l'ascesa dei grillini e le contnue dimostrazioni d'incompetenza da Roma a Torino, passando per Livorno, tutte le controversie che, man mano, portarono alla destituzione di "zio Silvio" nell'immaginario collettivo assurgono quasi a bagatelle senza importanza. Negli ambienti del Pd, l'odiato Cavaliere e l'esecrata corte di un tempo, da Vittorio Sgarbi a Giuliano Ferrara, trovano inattesi favori e simpatie mentre i suoi ex avversari storici come Marco Travaglio e tutto il cucuzzaro del Fatto Quotidiano - che hanno sposato la causa pentastellata - sono ormai nemici dichiarati. 

Il gradimento di Berlusconi negli ambienti politici che un tempo gli erano avversi si tocca con mano sui social, nelle pagine piddine soprattutto, dove ex antiberlusconiani sfegatati che mai l'hanno votato si dicono pronti a dare la preferenza a una coalizione che lo vedesse nume tutelare... tutto per scongiurare una sciagurata vittoria grillina alle elezioni politiche.

E non pochi elettori del Pd vorrebbero che Matteo Renzi unisse le forze con lui in una coalizione erede del patto del Nazareno, ma questa volta in chiave più ufficiale. Gli elettori del centrodestra, dal canto loro, stanchi di vedere le forze (e i voti) disperdersi tra Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia, sperano con tutto il cuore che il Silvione nazionale torni a riunire i "figli" ribelli e si possa tornare ai "fasti" di qualche anno addietro, quando erano insediati al Governo, regnavano con maggioranza bulgara in Parlamento e i grillini non erano presenti nelle istituzioni e, come tali, ininfluenti.

Malgrado l'opposizione di Giovanni Toti, ringalluzzito dall'ottimo risultato del primo turno delle elezioni amministrative a Genova, Silvio Berlusconi ha sfoderato il carisma di sempre in occasione di una cena riservatissima (ma con presenti tutti i pezzi da novanta di Forza Italia, dalla fedelissima Mara Carfagna, a Paolo Romani, all'immarcescibile Gianni Letta, e poi Christian Ghedini, Renato Brunetta e così via). Una cena in cui il Cavaliere ha delineato l'arma di vittoria alle politiche, disegnando un albero, "L'albero della libertà". Una sorta di metafora-manifesto programmatico con vari punti chiave: meno tasse, meno Stato, meno Europa, assistenza ai più deboli, più giustizia e più sicurezza. Escludendo possibili alleanze con Matteo Salvini ("neanche sotto tortura", ma del resto lo diceva anche di Umberto Bossi dopo il tradimento del 1995, per poi tornare prontamente sui suoi passi), il Cavaliere parte dunque lancia in resta alla riconquista di Palazzo Chigi, sapendo che - questa volta - potrebbe contare su molti voti di quel centrosinistra che vede in lui un "male minore" rispetto al pericolo di un Beppe Grillo al Governo. 

Se il piano di Silvio Berlusconi dovesse funzionare e dovessimo ritrovarcelo premier o collante di una coalizione trionfatrice alle politiche, pensando male, potremmo sospettare che l'utilità del m5s fosse quella di riportare in auge il nemico pubblico numero uno e restituirgli la supremazia nel nostro Paese. E tuttavia, lasciando la parte le dietrologie, il fatto innegabile è che, dopo 23 anni e dopo innumerevoli vicissitudini, come un eroe da romanzo per chi lo ama, o come un protagonista di saghe horror come Michael Myers di Halloween o Jason di Venerdì 13  per i suoi detrattori, "Silvio is back". E tra geniali trovate di marketing politico, allattamenti agli agnellini, movimenti animalisti e alberi della libertà, per parafrasare Gomorra, è intenzionato a riprendersi quel che era suo.

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