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Politica
Sinistra, tempo di autocritica: opposizione senz'anima e senza visione
Francesco Laforgia

A tutte e tutti voi i miei più sentiti auguri per questo 2019 appena cominciato. Gli ultimi giorni del vecchio anno, per la politica e le nostre istituzioni, sono stati brutti e confusi. L’approvazione della manovra, priva di un disegno strategico sul Paese, figlia di una logica spartitoria tra i due soci di maggioranza e con l’unica ossessione di rafforzare il consenso elettorale in vista delle imminenti elezioni europee, si è consumata tra passaggi istituzionali grotteschi e mentre volavano gli stracci nelle aule di un Parlamento mortificato. Eravamo disponibili e ragionare sulle misure di contrasto alle povertà, sulla riforma delle pensioni, su una buona politica di investimenti. Ma è stato impedito a noi parlamentari, vale per quelli dell’opposizione ma vale anche per quelli della maggioranza, di esercitare la nostra funzione. Non si è potuto discutere e modificare un testo che il governo ha cambiato più volte e alla fine ha blindato con una violenza inaccettabile. E a questa deriva bisogna opporsi con tutte le nostre forze, in Parlamento e nelle piazze. A partire però da una consapevolezza: quando ci si approccia ad un nuovo inizio e si intraprende un cammino che si vorrebbe migliore di ciò che ci si lascia alle spalle è molto importante fare i conti con gli errori del passato.

E allora occorre dirsi la verità: non è da oggi che il Parlamento subisce questo genere di umiliazioni. Dall’Italicum (la legge elettorale su cui sono state poste otto fiducie!) alla riforma costituzionale, passando per le forzature sulle scelte più delicate come Jobs Act e Buona Scuola, alcuni tra gli atti più importanti dei governi della scorsa stagione hanno aperto la strada a un rapporto distorto, quindi pericoloso, tra maggioranza e opposizione, tra Governo e Parlamento, tra popolo e Istituzioni. E ora siamo davanti a un populismo che non è un accidente della storia, che è frutto anche degli errori della stagione passata e che continua a confermare una popolarità impressionante, aiutata da una opposizione fragile anche per via delle proprie incoerenze.

Gridare ai barbari alle porte e trasalire di fronte a conti che non tornano e al rischio recessione non sarà sufficiente a scardinare la solidità del rapporto che il Governo gialloverde ha saputo costruire col popolo italiano giocando la parte, a quanto pare ancora credibile, di difensore dei più deboli, paladino della sicurezza e dei temi sociali, strenuo oppositore di privilegiati ed élite (spesso rappresentate dalla sinistra stessa). Mentre passa questa narrazione, emerge ancor più prepotentemente la paralisi politica di una opposizione senz’anima e senza visione, dove l’atteggiamento più diffuso è lo stesso, arrogante e autoreferenziale, di chi pensa che prima o poi il castello di sabbia crollerà e il potere tornerà nelle proprie, rassicuranti, mani. Così continua a sbraitare o a ricercare unitarismi senza politica, rendendo i populisti ancora più popolari.

Questa condizione non è più sostenibile e rischia di tenere a lungo la Sinistra fuori dai giochi. Che fare, dunque? C’è bisogno di Sinistra e c’è bisogno di unità, certo. Ma l’unità va costruita su un’idea del mondo. C’è bisogno di battaglie coraggiose capaci di incarnare un pensiero e una cultura e per farlo servono parole chiare e coraggiose. Penso alla battaglia per la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, a una patrimoniale sulle grandi ricchezze per fare realmente redistribuzione in un Paese con troppe disuguaglianze, ad un investimento vero sulla Green Economy che tenga insieme ambiente e lavoro e consenta la messa in campo di un grande piano di investimenti pubblici per la messa in sicurezza del territorio.

Penso, soprattutto, ad una sinistra che abbia chiara un’idea di società e delle parti che intende riscattare. Che torni a dare rappresentanza ai troppi che ancora non ce l’hanno e di cui abbiamo colpevolmente deluso le aspettative.

Che sappia rinunciare agli interessi particolari di pezzi di gruppi dirigenti che spesso rappresentano solo se stessi, per farsi nuovamente progetto collettivo e dare spazio, con generosità, ad una classe dirigente nuova, libera dai vizi e dalle incrostazioni di un passato fatto di importanti successi ma anche di errori clamorosi.

Voglio confermarvi il mio impegno in questa direzione, in Senato e fuori, e anche quello a tenervi aggiornati sulle prossime tappe. Ancora auguri di buon anno a tutti voi!

LA MIA ATTIVITÀ’ IN SENATO DA INIZIO LEGISLATURA AD OGGI

In questi primi mesi di attività, come Senatore di Liberi e Uguali ho seguito diverse vicende di rilevanza nazionale e locale cercando di onorare il più possibile l’impegno preso con gli elettori. Sono stato primo firmatario di due Disegni di Legge, entrambi riguardanti il mondo del lavoro:

• il DDL sulla tutela dei lavoratori contro i licenziamenti illegittimi, per la reintroduzione della reintegra nel posto di lavoro e prevedere la procedura di licenziamento collettivo solo per le aziende sopra i 10 dipendenti. Una battaglia che continueremo, nella convinzione che sia stato un errore drammatico aver smantellato l'ultimo brandello di statuto dei lavoratori, eliminando l’art.18;

• il DDL per l’istituzione di una Commissione parlamentare d’Inchiesta sulla condizione delle lavoratrici e dei lavoratori per affrontare fino in fondo il tema della sicurezza sul lavoro. Non può dirsi civile una società in cui si continua a morire sul lavoro ed è dal 1955 che non viene istituita una Commissione d'inchiesta di questo tipo, ancor più necessaria se si considera quanto nel frattempo sia mutata la realtà del lavoro nel nostro Paese.

Ho presentato interrogazioni a risposta scritta e orale su varie questioni di rilevanza nazionale e locale. Tra queste quella più simbolica riguarda la vicenda delle mense a Lodi su cui ho presentato un’interrogazione in aula.

Un caso di vera e propria discriminazione su cui il Governo ha glissato dando una risposta del tutto insufficiente e dimostrando il tratto tutto politico di una operazione giocata sulla pelle dei più deboli, in questo caso con l’aggravante di accanirsi contro dei bambini. Il Tribunale di Milano ha sconfessato la Sindaca leghista e ordinato al Comune di modificare il Regolamento per l’accesso alle prestazioni sociali agevolate, riammettendo di fatto i bambini che erano rimasti esclusi dal servizio.

Un atto importante, che ci fa tornare allo stato di diritto e che dimostra una volta di più quanto sia fondamentale non arrendersi e non arretrare per alcuna ragione di fronte alle ingiustizie e alle discriminazioni, in particolare quando colpiscono gli ultimi e i più indifesi. Su questo fronte ci faremo trovare sempre pronti e sempre in prima linea.

Altri Question Time hanno riguardato il caso Medtronic-Invatec, multinazionale statunitense specializzata nella produzione di dispositivi per la cura di malattie cardiovascolari che nel giugno 2018 aveva annunciato la decisione di chiudere i due stabilimenti in provincia di Brescia; il rapimento in Kenia di Silvia Costanza Romano, un caso che mi sta particolarmente a cuore, una ragazza di generosa e coraggiosa che tutti ci auguriamo di poter presto riabbracciare; il Diritto di accesso all'interruzione volontaria di gravidanza nelle strutture pubbliche.

In tante interrogazioni a risposta scritta (ne ho presentate oltre 20) mi sono occupato di vertenze di lavoratori, di sanità e pubblica amministrazione, di episodi di razzismo e violenza come il diffondersi e riaffermarsi di manifestazioni e gruppi neo-fascisti (sono stato il primo a presentare un’interrogazione sui fatti vergognosi accaduti il 28 ottobre scorso a Predappio).

Sono stati mesi di attività intensa e altri ne verranno, sempre dalla parte di chi ha meno diritti e sempre nel rispetto della nostra Costituzione. Con l’auspicio che sapremo non solo difenderla, ma applicarla e rispettarla, come è nostro dovere fare ogni giorno.

*(Liberi e Uguali)

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