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Politica
Siri,Salvini:"Che c... state facendo?".I leghisti: sul salva-Roma crolla tutto

Il consiglio dei ministri più duro dei 10 mesi di governo M5S-Lega. C’era da aspettarsi che l’atmosfera nella riunione del Governo che si è svolta ieri nella prefettura di Reggio Calabria dopo l’esplosione del caso Siri sarebbe stata di piombo. anche per le parole pesanti. “Ma che ca... state facendo? Ieri la Trenta (la ministro della Difesa, ndr) che mi accusa di invadere il suo campo. Oggi, Toninelli che leva le deleghe ad Armando Siri... Tutto senza una sillaba di preavviso. Così non andiamo da nessuna parte”, tuona - raccontano alcuni dei presenti - prima dell’inizio del Consiglio Matteo Salvini con il premier Giuseppe Conte. 



Mentre in altre sedi esplode il caso Raggi-Ama, la mossa che infatti non è andata giù al leader del Carroccio è proprio lo sgambetto pentastellato operato da Danilo Toninelli, responsabile del dicastero delle Infrastrutture che, scoppiata la bufera giudiziaria su una delle menti economiche della Lega, non ha perso tempo per dare un segnale all’elettorato approfittando delle difficoltà dell’alleato e ritirando le deleghe a Siri.



I silenzi registrati nel volo di Stato che ha portato a Reggio Calabria i ministri leghisti (al completo tranne il Capitano Salvini) e i colleghi grillini (tranne Di Maio) s’interrompono quando l’ordine del giorno del Cdm propone il tormentato decreto crescita che include il provvedimento “salva Roma” per ripianare i debiti della Capitale. Un decreto che ieri, a differenza dello sblocca-cantieri, non ha visto la luce dopo discussioni animate per la richiesta ufficiale leghista di stralcio dal decreto del provvedimento.



La tensione si taglia con il coltello, anche perché dopo la pubblicazione da parte dell’Espresso degli audio della Raggi che chiede al Ceo dell’Ama di aggiustare il bilancio della municipalizzata capitolina, la Lega parte al contrattacco e lo staff di Di Maio denuncia quella che viene bollata come una “goffa ripicca”. Insomma, i rimanenti “quattro anni” di vita restanti al Governo che i due litigiosi alleati assicurano sono sempre più meno sicuri, anche perché a giudicare da quello che viene fatto filtrare dal M5S, sulla differenziazione giuridica fra il caso Raggi e quello Siri i pentastellati ne fanno una questione di sostanza. 

“Una è una faccenda interna dei 5 Stelle di cui devono occuparsi eventualmente i probiviri (la Raggi non è indagata, ndr), l’altra riguarda il contratto di governo ed è molto grave perché ci sarebbe di mezzo pure la mafia”, si fa notare. Come riporta il Corriere della Sera, il tipo di reato è menzionato infatti nel contratto di governo, nello specifico nel Codice etico dei membri del governo, riguarda la corruzione. Corruzione che per essere contestata dai magistrati basta la promessa del denaro. 

Oltretutto, per lo stesso reato ipotizzato per l’assessore capitolino Daniele Frongia, si fa notare sempre dai 5Stelle, i pentastellati hanno chiesto al collaboratore della Raggi di farsi da parte e la sindaca romana gli ha tolto subito le deleghe e nel contratto si spiega che “nel caso siano a conoscenza di indagini o procedimenti penali a loro carico, i membri del governo dovranno fornire tempestive dichiarazioni”, cosa che Siri non ha fatto. Pare che la coesistenza sia davvero ai minimi termini anche perché è la fiducia che inizia a mancare. E il fatto che Di Maio abbia rivelato ai suoi di “sospettare di Siri”, la cui azione è stata bloccata “solo grazie alla vigilanza del nostro Riccardo Fraccaro (sull’inserimento in decreto di norme a favore del mini-eolico, ndr)” lo dimostra. Martedì è in programma un nuovo Cdm dove si parlerà del salva-Roma. Tra i leghisti c’è chi dice che “potrebbe crollare tutto”.

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