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Politica
Procedura Ue vista da Montecitorio: tagli, risparmi e choc fiscale "meno choc"

Di Alberto Maggi

Oddio, e adesso? Un giovane deputato grillino siciliano reagisce così quando nel cortile di Montecitorio, accanto alla fontana che dona un minimo di refrigerio in questo assolato 5 giugno romano, gli facciamo leggere la notizia dell’apertura della procedura di infrazione contro l’Italia da parte dell’Unione europea. Alla Camera dei Deputati è la notizia del giorno tra i sorrisi maliziosi dei parlamentari dell’opposizione e i musi lunghi di quelli della maggioranza. Una cosa è certa: di acqua sotto i ponti ne è passata davvero tanta da quando 5 Stelle e Lega erano partiti di minoranza. Luigi Di Maio e Beppe Grillo parlavano, neanche troppi anni fa, di referendum sull’euro mentre Matteo Salvini organizzava il bastaeurotour nel 2014 definendola “moneta sbagliata” e apostrofando l’Ue “Unione Sovietica europea”.

Il clima è completamente opposto e tra Buvette e divanetti appiccicosi per il caldo non c’è alcuna voglia di dichiarare guerra a Bruxelles. L’unica differenza nella maggioranza è nei toni. I 5 Stelle sono assolutamente disponibili al dialogo e aperti al confronto, confidando nell’abilità del premier Giuseppe Conte. I leghisti sono un po’ più incazzosi, risentiti, ma nessuno ha voglia di lanciare la fatwa contro l’Unione europea. Una deputata pentastellata con vestito succinto giallo tenue, mentre sorseggia una spremuta d’arancia, si mostra preoccupata e fiduciosa al tempo stesso. Il ragionamento è semplice: l’Italia è un Paese fondatore dell’Ue e la guerra non fa comodo a nessuno. Si cercherà di tagliare qualche spesa inutile e di utilizzare i risparmi su quota 100 e reddito di cittadinanza per la riduzione del debito. Un altro parlamentare M5S, campano, usa parole rassicuranti e si dice certo che Conte riuscirà anche questa volta a trovare la quadra e ad evitare il commissariamento. Tra i grillini non manca chi auspica che il leader della Lega si dia una calmata e non voglia esagerare con la flat tax, visto che i soldi non ci sono. Su un punto i deputati delle due forze politiche concordano: non ci sarà l’aumento dell’Iva e nemmeno nuove tasse, né patrimoniale né sui conti correnti. Pentastellati e leghisti sperano nella capacità di recuperare risorse con l’ennesimo provvedimento di spending review, il famigerato mani di forbici.

Un parlamentare del Carroccio bergamasco, mentre aspetta che gli venga servita una piadina al prosciutto a formaggio, sottolinea come la Francia sfori tranquillamente il tetto del 3% pur avendo un rapporto debito/Pil al 100% ma nessuno osa dir nulla a Parigi. Detto ciò, però, i toni non sono affatto quelli della crociata contro l’Ue. Due parlamentari leghisti di prima nomina, uno abruzzese e l’altro marchigiano, chiacchierano sui divanetti nel corridoio fumatori e leggono le agenzie con le dichiarazioni in cui Matteo Salvini ribadisce la necessità di cambiare i vincoli europei, ribadita poi anche dal presidente del Consiglio. Subito alzano la voce e affermano in coro che la Lega non è una forza irresponsabile ma chiede soltanto di poter far ripartire il Paese con lo choc fiscale della flat tax superando l’austerità che tanti danni ha fatto nel Vecchio Continente.

Calma e gesso che tanto tra qualche mese arriva la nuova Commissione e dovrà per forza tener conto del voto del 26 maggio, anche e soprattutto in Italia – è lo slogan di una deputata leghista veneta con gonna appena sopra il ginocchio e ballerine grigio chiaro. Insomma, a Montecitorio la procedura di infrazione decisa dalla Commissione Juncker, ampiamente attesa, ha suscitato qualche preoccupazione e qualche malumore ma soprattutto un clima da ‘wait and see’ in attesa del nuovo esecutivo Ue e nella speranza che Conte faccia il miracolo. Nessun atteggiamento da guerra con Bruxelles e nessuno che evoca l’uscita dall’euro, comunque. Anche perché – confida un  sottosegretario leghista – oggi siamo forza di governo e dobbiamo essere responsabili. Forse alla fine lo choc fiscale annunciato da Salvini da settimane non sarà poi così choc. Obtorto collo (altro che “euro moneta sbagliata”).

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