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Politica
Tassi, Bce gela governo e italiani. Nessun taglio fino all'autunno. Esclusivo
Christine Lagarde

Doccia fredda per il governo e per milioni di italiani

"Le decisioni future del consiglio direttivo assicureranno che i tassi di riferimento siano fissati su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario» e si continuerà a seguire un approccio guidato dai dati nel determinare livello e durata adeguati della restrizione. In particolare, le decisioni sui tassi saranno basate sulla sua valutazione delle prospettive di inflazione, considerati i nuovi dati economici e finanziari, della dinamica dell'inflazione di fondo e dell'intensità della trasmissione della politica monetaria". Con queste motivazione, la scorsa settimana, la Banca Centrale Europea ha motivato la decisione di lasciare i tassi di interesse invariati (il tasso sui rifinanziamenti principali resta fermo al 4,50%, quello sui depositi al 4%, e quello sui prestiti marginali al 4,75%).

Fin qui nulla di nuovo. Ma la vera doccia fredda soprattutto per l'Italia, sia per lo Stato e per il governo sia per milioni di cittadini e centinaia di migliaia di imprese, è che secondo quanto Affaritaliani.it ha appreso da fonti bancarie e politiche ai massimi livelli la signora Christine Lagarde e la Bce, anche se a maggioranza e non all'unanimità, non abbasserà il costo del denaro nell'Eurozona prima dell'autunno. Le prospettive che l'Eurotower potesse adottare una politica monetaria più morbida già nel primo semestre del 2024 sono destituite di ogni fondamento e prima bisognerà attendere le mosse della Federal Reserve. Solo quando i tassi inizieranno a calare negli Stati uniti, probabilmente in estate, dopo qualche mese, salvo colpi di scena, ci sarà una riduzione anche nel Vecchio Continente.

A pesare sono anche le elezioni europee dell'8-9 giugno. Fonti bancarie e politiche vicine al Partito Popolare Europeo, che esprimerà nuovamente la leadership della Commissione Ue quasi certamente con Ursula von der Leyen, spiegano che la Bce non intende agire in piena campagna elettorale e, comunque, aspetterà l'insediamento del nuovo Parlamento e della nuova Commissione. Il che vuol dire di fatto aspettare tutta l'estate. Ma i motivi della cautela della Bce e della signora Lagarde non sono solo politici, anche economici.

Nonostante la Germania, locomotiva europea, sia in recessione e malgrado l'inflazione sia in calo costante, l'Eurotower teme che agire troppo in fretta sui tassi invertendo la rotta possa riaccendere la spirale dei prezzi. Il tutto, ovviamente, considerando il contesto geopolitico internazionale con due guerre che al momento non vedono alcuno sbocco e alcuna soluzione pacifica. L'ipotesi dunque, anzi quasi una certezza in ambienti bancari e politici (area Ppe) è che la Bce aspetti il taglio dei tassi in estate della Fed per poi limare il costo del denaro dello 0,25% (un quarto di punto) tra ottobre e novembre. Difficile che poi ci possa essere un'altra riduzione prima del 2025.

Ovviamente questo atteggiamento iper-prudente della signora Lagarde non piace soprattutto al governo italiano (visto il peso del debito pubblico) che per bocca sia della premier Giorgia Meloni sia del ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti aveva nelle scorse settimane auspicato una manovra decisa e rapida di riduzione dei tassi di interesse. E invece niente da fare. E questa strategia della Bce peserà moltissimo sugli interessi che l'Italia deve pagare sui titoli di Stato rendendo ancora più difficile la Legge di Bilancio per il prossimo anno, già "colpita" dalla riforma del Patto di Stabilità. Infine, si tratta di una doccia fredda anche per le tante famiglie che hanno il mutuo sulla casa a tasso variabile e per le aziende che vorrebbero accedere a finanziamenti bancari. I costi per gli interessi bancari resteranno elevati ancora per diversi mesi.






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