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Politica
Governo, Orfini (Pd): parola di Di Maio inaffidabile

Governo, Orfini: Parola di Di Maio inaffidabile Roma, 27 apr. (LaPresse) - “Sappiamo bene quanto vale la parola di Luigi Di Maio: in questi anni abbiamo fatto accordi politici che dopo saltavano nonostante la parola data, come nel caso delle Unioni civili. Perché i 5 Stelle non decidono autonomamente, rispondono alla Casaleggio Associati, con cui hanno persino firmato un contratto. Così il presidente del Pd Matteo Orfini, ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo su La7.

"Di Maio premier punto irrinunciabile? Non per noi come forza politica, ma per quello che e' successo il 4 marzo. Non sarebbe accettabile un governo appoggiato dal M5S non guidato da Luigi Di Maio". Lo ha detto il capogruppo al Senato del M5S, Danilo Toninelli, a Circo Massimo su Radio Capital a proposito del tema delle due leadership “ingombranti” che sono fattori decisivi nelle relazioni politiche tra M5S e Pd. L'altro è Matteo Renzi. Movimento Cinque Stelle e buona parte del Partito democratico pronunciano la frase "partire dai programmi" come un mantra, come la formula magica in grado di avviare la trattativa, di compiere il primo passo per dare un governo al Paese.

E “programma” risuona anche nel dialogo a (breve) distanza che o Toninelli e il ministro della Giustizia Andrea Orlando hanno avuto su Circo Massimo, la trasmissione condotta da Massimo Giannini su Radio Capital. Al programma ci si arriva con un metodo condiviso. Lo spiega Toninelli: “Vogliamo realizzare un contratto di governo, sul modello tedesco. Aspettiamo la direzione del Pd. Se verranno al tavolo con noi cercheremo di scrivere nel dettaglio tutti i termini delle misure da realizzare”. Orlando apre, ma senza fughe in avanti: “Mi auguro che il tavolo ci sia: sottrarsi alla richiesta di Mattarella sarebbe da irresponsabili. Poi sconta l’accordo sui temi: non è detto che debba esserci. Noi lo accetteremo solo se si fanno gli interessi del Paese”.

C’è da superare e il malcontento dei due mondi: di quello grillino abituato a identificare il Pd con l’antro dell’inferno politico. E di quello dem che negli ultimi anni ha percepito come offese “etiche” gli attacchi dei Cinque Stelle. Toninelli è ottimista: “Si supera tutto con il metodo. Noi non rinneghiamo le nostra battaglie. Pensiamo solo che i cittadini sono molto più pragmatici: vogliono solo un miglioramento della qualità della vita”.

Per Orlando i malumori all’interno del Pd vanno superati chiarificando la prospettiva politica: “Cerchiamo un accordo programmatico o andiamo diritti alle elezioni? Perché lo scenario è questo, non credo che il presidente Mattarella mandi alle Camere un governo senza maggioranza. Anzi: potremmo coinvolgere la base con un referendum aperto non solo agli iscritti ma a tutti gli elettori democratici".

Il Movimento 5 stelle e il Pd hanno avviato la trattativa per arrivare a un eventuale accordo di governo ma il dialogo e' avvolto da nubi di dubbi. I pentastellati verificheranno le scelte dei grillini tramite la piattaforma Rousseau, mentre il Pd andra' alla conta alla prossima direzione nazionale del 3 maggio, che gia' si preannuncia incandescente.

La terza carica dello Stato, Roberto Fico, ha concluso il mandato esplorativo registrando "passi avanti", "con un esito positivo" delle consultazioni con il Pd. Tuttavia, l'ex segretario dem Matteo Renzi e' fermo nella sua contrarieta' a qualsiasi intesa con il Movimento 5 Stelle. Ferma opposizione a ogni ipotesi di un esecutivo M5S-Pd arriva anche dai leader della lega Matteo Salvini e di Forza Italia Silvio Berlusconi, soprattutto dopo l'avvertimento lanciato dal capo politico del Movimento Luigi Di Maio di metter mano al conflitto di interesse del Cavaliere per il possesso di Tv.

Anche Giorgia Meloni di Fratelli d'Italia, che fa parte della colazione con FI e Lega che ha ottenuto piu' voti alle elezioni politiche, avverte che "gli italiani sono pronti a scendere in piazza se nasce un governo di chi ha perso". Tuttavia, per Salvini i contatti con i pentastellati non si sono mai conclusi, lasciando intendere ancora la possibilita' di un accordo M5S-Lega. In questo incerto quadro politico, il Quirinale tirera' le somme ma solo dopo il resoconto della direzione del Pd. Il Colle da' piu' tempo ai partiti ma in caso di naufragio di ogni ipotesi di nascita del nuovo Governo si tornerebbe al voto, ma non prima di settembre-ottobre.

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