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Politica
Tremonti si avvicina al Movimento 5 Stelle

Giulio Tremonti grillino? L'ex ministro dell'Economia, un tempo berlusconiano e molto vicino a Umberto Bossi, ha inviato una lettera al blog di Beppe Grillo per complimentarsi con il Movimento 5 Stelle per la battaglia contro il Fiscal Compact e per sfilarsi dalla ricostruzione storica dei 5 Stelle che inseriscono anche il professore tra i complici delle politiche di austerity. "Per quanto mi riguarda - scrive Tremonti - credo di avere sempre espresso idee e tenuto posizioni non condivise in Europa, ma comunque non omologabili in termini di dogmatica e fanatica ortodossia finanziaria “europea”". Grillo ringrazia e, dopo tanti post negli anni contro l’ex ministro, mette in bella evidenza la sua lettera con questa premessa: "Tutti ormai sono d’accordo con il Movimento sul rigetto del fiscal compact, da Renzi fino all’ex ministro Giulio Tremonti. Se è così si passi ai fatti: il governo non dia il via libera questo autunno e lo dichiari da subito".  
 
Tutti i partiti, tranne il M5S e la Lega, hanno votato il Fiscal Compact e adesso tutti lo vogliono cancellare. In questo modo i grillini trovano alleati e compagni di viaggio che hanno in comune un'idea sovranista dell’economia, poco incline ai compromessi con la burocrazia dell’Ue, e con ascendenze leghiste.  
 
Nello stesso giorno dell’endorsement di Tremonti al M5S, il governatore della Liguria Giovanni Toti conferma le aperture di credito ai grillini: "La vicinanza è con chiunque parli con buon senso; i 5 Stelle hanno troppo spesso girovagato sul concetto di sovranità nazionale, politiche di immigrazione e loro rapporto in Europa. Vedo da parte loro un po’ di opportunismo: ovvero la cosa opportuna, nel momento opportuno, per prendere qualche voto in più. Detto questo - ha aggiunto Toti - se nel Parlamento danno una mano a fare qualcosa di sensato, vorrei che dialogassero su istituzioni, riforme, economia e tutto ciò su cui c’è bisogno di dialogare". Toti parla dal campo di assistenza ai migranti del parco Roja di Ventimiglia, ventiquattro ore dopo la visita di Luigi Di Maio in un luogo che è crocevia di visite politiche, anche per la sua portata simbolica in Europa.  
 
I migranti e l’economia anti-austerity sono temi che avvicinano e mettono in competizione i 5 Stelle e la Lega di cui Toti è l'alleato numero uno all’interno di Forza Italia. Le parole del Governatore ligure seguono quelle più esplicite del leader del Carroccio Matteo Salvini che si è augurato esplicitamente "una intesa, possibile dopo il voto" con i grillini.

Dal blog di Grillo 

Un commento di Giulio Tremonti sulla genesi del Fiscal Compact

(il commento di Grillo) - Tutti ormai sono d'accordo con il MoVimento 5 Stelle sul rigetto del fiscal compact, da Renzi fino all'ex ministro Giulio Tremonti. Se è così si passi ai fatti: il governo non dia il via libera questo autunno e lo dichiari fin da subito. Di seguito riportiamo un commento ricevuto dal prof. Tremonti che volentieri pubblichiamo.

La lettera di Giulio Tremonti

Ho letto su Il Blog delle stelle il post "Il PD ha già approvato il Fiscal Compact. A febbraio"
Il post contiene una lunga ed interessante analisi sulle origini della crisi della finanza pubblica “europea” e contiene inter alia quanto segue: “… nella sua fase embrionale il Fiscal Compact… è contenuto nei cosiddetti Six-Pack e Two-Pack. Votati e voluti dal Governo Berlusconi-Lega (vi era Giulio Tremonti al ministero dell’Economia) nel 2011”.

Ho francamente qualche difficoltà nel condividere questo specifico punto.

Basta infatti andare su Wikipedia, e comunque più ampiamente sul sito della Commissione Europea, per verificare che:

a) il “Six-Pack” (seguito, ma solo due anni dopo, nel 2013, dal “Two-Pack”) ha preso forma in 5 Regolamenti (Regolamento del Consiglio n.1177/2011 dell’8 novembre 2011; Regolamento n. 1173/2011 del 16 novembre 2011; Regolamento n. 1174/2011 del 16 novembre 2011; Regolamento n. 1175/2011 del 16 novembre 2011; Regolamento n. 1176/2011 del 16 novembre 2011) e nella Direttiva 2011/85/UE del Consiglio dell’8 novembre 2011). Atti tutti questi formalizzati tra l’8 ed il 16 novembre 2011, quando il Governo Berlusconi stava cadendo od era già caduto;

b) ma sarebbe forse scorretto chiudere così. Già nei mesi precedenti l’Italia, non solo il Governo Berlusconi, ma ripeto l’Italia, era infatti sotto la drammatica pressione di una crisi speculativa che via via e sempre più ne limitava la sovranità. Una crisi che non aveva ragione reale nello stato della nostra finanza pubblica: (“In Italia il disavanzo pubblico, prossimo quest’anno al 4 per cento del pil, è inferiore a quello medio dell’area euro … Appropriati sono l’obiettivo di pareggio di bilancio nel 2014 … Grazie a una prudente gestione della spesa durante la crisi, lo sforzo che ci è richiesto è minore che in altri Paesi avanzati”, così 31 maggio 2011 nelle “Considerazioni finali” della Banca d’Italia). Ma una crisi che aveva piuttosto per obiettivo quello di trasferire sull’Italia prima la colpa e poi il costo della crisi delle banche tedesche e francesi, esposte a folle rischio sulla Grecia.

Per quanto mi riguarda credo di avere sempre espresso idee e tenuto posizioni non condivise in Europa, ma comunque non omologabili in termini di dogmatica e fanatica ortodossia finanziaria “europea”. Nel 2008, appena iniziata la grande crisi, ho proposto l’istituzione di un “Fondo Salva Stati”, subito dopo ho proposto l’introduzione di nuove regole sul mercato finanziario internazionale e contro la speculazione (“Advocating radical reform of internationl finance… expressing a rather eclectic economic philosophy”, così in Wikileaks, Cable time, Thu, 30 ottobre 2008 12.45 UTC, Origin: Embassy Rome, Classification: Confidential, Destinaton The White House).

Nel 2010 (ma già nel 2003) ho proposto l’introduzione degli “eurobond”. Ancora nel maggio 2011, quando già sta iniziando la crisi del Governo Berlusconi, ho contrastato l’uso “Salva-banche” del “Fondo Salva-Stati”. E proprio questo contrasto fu la causa della manovra – ricatto realizzata manovrando gli spread. Non per caso il primo atto del Governo Monti fu proprio quello di consentire alla conversione nell’uso del Fondo, da “Salva Stati” a “Salva banche”.

Quanto è stato dopo, nel corso dell’estate del 2011, e qui a partire dall’obbligo imposto dalla BCE all’Italia di anticipare il pareggio di bilancio dal 2014 al 2013, è una storia un po’ diversa da quella che oggi si racconta.

Davvero grato per l’ospitalità e con i miei migliori saluti.

Tags:
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