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Politica
Ue, "Juncker boss della dittatura Ue. Pensa di poter dire ciò che vuole"

Nigel Farage lo conosce benissimo. E con Jean-Claude Juncker si è scontrato tantissime volte nelle aule di Strasburgo, già molto prima del referendum che ha democraticamente sancito l'uscita del Regno Unito dall'Unione europea. Che l'ex leader dello Ukip e padre della Brexit sia un fan del governo 5 Stelle - Lega non è un segreto. Prima alleato del Carroccio e poi dei grillini, Farage ha sostenuto fin dall'inizio l'esecutivo guidato da Giuseppe Conte proprio come grimaldello per scardinare questo sistema europeo dal quale i britannici, anche grazie alle sue battaglie, hanno deciso di divorziare.

Ora, nel bel mezzo dello scontro tra la Commissione europea e il governo gialloblu sulla manovra economica e sul deficit/Pil al 2,4% nel 2019, Farage, intervistato da Affaritaliani.it, non usa mezzi termini e definisce Juncker il "boss non eletto di questa Ue, che può dire quello che vuole senza dover rendere conto a nessuno". Poi il siluro diretto al politico lussemburghese. Sulle voci, numerose e rilanciate recentemente anche dal ministro dell'Interno Matteo Salvini, secondo le quali Juncker abbia un rapporto molto disinvolto con l'alcool, Farage afferma: "Penso proprio che ci sia del vero in queste speculazioni".

Il punto comunque è tutto politico. Popolo contro élite. E infatti Farage insiste: "Juncker ormai ha un potere totale e incondizionato senza preoccuparsi di dover rendere conto agli elettori, visto che non è stato votato da nessuno. E per questo si sente di poter affermare ciò che vuole". Ma perché questi attacchi continui al governo di Luigi Di Maio e Matteo Salvini? L'ex numero uno dello Ukip non ha dubbi: "Questa Europa è diventata una dittatura e il presidente della Commissione pensa di avere il diritto di calpestare politici e governi nazionali eletti dai cittadini".

Per fortuna - spiega ancora Farage - l'anno prossimo "Juncker va in pensione. Ma, ad ogni modo, il suo comportamento sta facendo infuriare il popolo italiano e tutto ciò porterà i movimenti e i partiti euroscettici italiani ad ottenere ancora più voti alle prossime elezioni europee di quanti non ne abbiamo presi alle Politiche del 4 marzo". Non solo, "in tutto il Vecchio Continente ci sarà una sollevazione popolare contro questa inaccettabile forma di moderna dittatura". Farage prevede che il prossimo anno, dopo le consultazioni di fine maggio, "ci sarà un numero elevatissimo di parlamentari euroscettici, un numero nettamente superiore rispetto a quello del Parlamento uscente".

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