Ue, le celebrazioni di Roma come il Titanic
Trattati di Roma in Campidoglio
L’incontro dei 27 più o meno potenti d’Europa per la commemorazione del 60esimo anniversario della firma dei Trattati di Roma ha il sapore di una specie di beffardo teatrino che ricorda più il film Titanic che un summit internazionale.
L’idea che infatti si proietta all’esterno è quella di un gruppo di tecnocrati rinchiusi nella propria torre d’avorio che festeggia e banchetta (al Quirinale) mentre il mondo intorno a loro sta crollando.
E a questa visione così amara ci conduce proprio per l’effetto di una beffarda eterogenesi dei (supposti) fini l’atteggiamento ciarliero e clownesco che i convitati hanno tenuto per l’occasione.
La Merkel che gigioneggia con la sindaca Raggi incurante del pericolo mediatico proponendosi per una fotografia (la cancelliera non possiede un buono staff per le comunicazioni altrimenti non si sarebbe esposta con la peggiore guida di Roma dalla sua fondazione), Juncker che clowneggia con la stilografica che a suo dire aveva utilizzato un suo predecessore compaesano e fa le poste manco fosse Berlusconi, il rito indegno del selfismo d’accatto e di massa intorno alla “nuova carta” che garantisce 10 anni di sopravvivenza alla Unione Europea.
In tutto ciò il Papa Francesco (in rotta con Trump) esterna un “Europa, non solo protocolli” pur benedicendola “contro i populismi” prossimi venturi e dicendo anche che “l’egoismo genera i populismi” mentre Mattarella ammannisce un “serve una nuova Costituzione”.
La domanda naturale è: a chi serve?
In tutto questo lo scaltro (e secondario, per ora) Valdis Dombrovskis, vicepresidente lettone della Ue e Commissario per la stabilità finanziaria e per l’euro, capita l’antifona, dice: “Un sussidio europeo per chi è disoccupato”.
Forse l’unica cosa sensata uscita dal summittone.
E la Grande Madre Russia erede dell’Impero Sovietico?
Osserva sorniona.
Per la cronaca: la stilografica perdeva pure inchiostro…