Ue, Salvini-falco contro Tria-colomba. Il voto europeo divide il governo
Ecco perché Di Maio è meno duro del leader della Lega con l'Unione europea
La colomba Tria e il falco Salvini. All'indomani della bocciatura della manovra da parte della Commissione europea e in attesa della cena Conte-Juncker di sabato si vanno delineando le posizioni all'interno dell'esecutivo. E, inevitabilmente, emergono posizioni distanti tra loro. Il ministro dell'Economia, interlocutore di Bruxelles, cerca a tutti i costi di tenere aperto un canale con Bruxelles. "Nell'interesse del Paese e dell'Ue occorre sdrammatizzare i toni del dibattito interno ed esterno, per proseguire nel dialogo, che deve concentrarsi sugli elementi fattuali della proposta di Bilancio", afferma Tria rispondendo a un'interrogazione interrogazione sui rischi connessi ai tassi di interesse sul debito pubblico e alla composizione della manovra di bilancio, durante il question time al Senato. E sempre il titolare del dicastero di Via XX Settembre spiega che "se l'aumento dello spread persistesse nel tempo la traslazione sui tassi praticati dalle banche per i mutui ipotecari potrebbe risultare piu significativa".
Sul fronte opposto il vicepremier Salvini che torna ad attaccare l'Ue: "Il popolo italiano non è un popolo di mercanti di tappeti o di accattoni. Moscovici continua a insultare l'Italia, ma il suo stipendio è pagato anche dagli italiani. Ora basta: la pazienza è finita". Sullo sfondo, ovviamente, ci sono le elezioni europee del maggio 2019. Il leader della Lega sa perfettamente che alzare lo scontro con Bruxelles mostrandosi il difensore degli interessi degli italiani porta consensi e la Commissione Juncker-Moscovici-Oettinger è il miglior nemico possibile per raccogliere la rabbia contro l'Europa dei mercati, dello spread, della finanza e delle banche. Al contrario, Tria è un tecnico indicato dal Quirinale e non ha una campagna elettorale alle porte.
La posizione del vicepremier Di Maio e del presidente del Consiglio Conte è invece di mediazione tra Tria e Salvini. Il capo politico dei 5 Stelle parla di dialogo con l'Ue anche se esclude una manovra correttiva e soprattutto dice alla macelleria sociale. Conte tiene il punto, difende la Legge di Bilancio ma sottolinea come il governo non sia ribelle ma responsabile. D'altronde a incarnare pienamente l'euroscetticismo è la Lega e non tanto il M5S. Di Maio sa che la guerra totale contro Bruxelles favorisce Salvini e quindi cerca faticosamente di tenere una posizione meno dura rispetto a quella dell'alleato di governo.
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